martedì 20 settembre 2011

dress code

dovevo passare una giornata di lavoro con dei clienti importanti che partecipavano ad un convegno di una nota casa i gioielli internazionale, quella che comincia con c e finisce con artier.
dovevo rispondere a determinati requisiti di preparazione, conoscenza delle lingue straniere, simpatia, bella presenza.

avevo già pensato a cosa mettermi, ovviamente, ma non avevo fatto i conti con il protocollo di abbigliamento che mi è stato inviato per email e che qui riproduco fedelmente (giuro che non sto inventando nulla):

abbigliamento femminile
pantalone o gonna o completo scuro
camicia
scarpe chiuse; se con tacco massimo 8 cm
capelli legati
no trucco, o leggero se necessario
gioielli di piccole dimensioni
smalto su unghie corte
gambe e ascelle depilate
no profumo


seguiva poi l'abbigliamento maschile che non permette di mostrare orecchini e tatuaggi.

se ne deduceva che io, in quanto donna, a patto di avere le gambe e le ascelle depilate potevo anche mostrare i tatuaggi ma mai e poi mai mi sarei potuta mettere la mia stupenda gonna fantasia.

domenica 18 settembre 2011

conversazione

roma - esterno giorno - ora di pranzo ai tavolini di un bar.

personaggi: un cameriere indiano e un cliente giapponese. il cameriere si rivolge al cliente:
 - come si dice cocacola in giapponese?
 - uguale. cocacola si dice uguale
 - davvero? uguale? allora provo a dirlo: uguale. così?
 - no, cocacola. cocacola si dice uguale
 - eh, appunto. uguale. uu-guu-a-le. così? così si dice cocacola?
 - cocacola! si dice uguale a italiano! cocacola.
 - cocacola non è italiano. è inglese. come si dice cocacola in giapponese?

mi sono allontanata prima che mi venisse troppo da ridere

sabato 10 settembre 2011

croazia mon amour

sono andata in croazia con amica jen l'americana.
lo sapevate che si può passare un mese dico un mese lì senza mai andare al mare? e senza mai farsi venire in mente che quella meravigliosa distesa di acqua verde e blu, trasparente e cristallina sia forse quantomeno balneabile? beh, io no. ma lei sì. se non glielo dicevo io che in croazia ci si va anche per quello, lei non ci avrebbe mai pensato.
lo sapevate che se una cosa non è scritta su una delle guide che ti porti dietro o se non ne puoi leggere almeno su internet, non esiste? beh, io no. ma lei sì. se non glielo dicevo io che ci si può fermare a mangiare alla prima trattoria che vedi, purché profumi di pulito e di buon cibo, avremmo mangiato sempre in (mediocri oppure costosi) ristoranti per turisti.
lo sapevate che senza wifi non si vive? beh, in parte è vero.
lo sapevate che solo nell'isola di hvar ci sono tre se non quattro patrimoni mondiali riconosciuti dall'unesco? beh, io no. ma lei sì. se non fosse stato scritto sulla sua guida....
lo sapevate che in ammerica i fichi sono (solo) quelli neri e si mangiano con la buccia? beh, io no. se non me lo diceva lei non avrei mai provato l'ebbrezza. che poi la buccia dei fichi non è male.
lo sapevate che a hvar io c'ero già stata nel 1989 ma non mi ricordavo niente? ma niente niente, neanche una piazza, una spiaggia o un vicoletto! beh, nessuna di noi due lo avrebbe mai sospettato, ma così è.
però è stata una vacanza molto bella.
quasi quasi l'anno prossimo ci torno. per andare al mare però!

venerdì 26 agosto 2011

riusciranno i nostri eroi?

oppure:

si fa presto a dire "parto"

coinquilinac ed io volevamo fare una settimana di vacanza insieme.
poi un weekend lungo.
poi di nuovo una settimana.
poi da sole.
poi con amica jen (non jen di jen e le olograms, l'altra).
poi era questa settimana.
poi la prossima.
poi era lì.
poi no, invece, là.
poi forse non se ne fa più niente.
poi evviva evviva che bello tutto deciso.
poi forse ci sono dei problemi.
adesso forse coinquilinac non può più venire.

ho l'aereo tra poco più di dodici ore e non mi va per niente di fare la valigia. una vocina dentro di me chiede: ma sei sicura che riuscirai a partire?

mercoledì 24 agosto 2011

ma magari!

mi hanno regalato questa maglietta...





tutto quello che posso dire a riguardo è: magari!

martedì 23 agosto 2011

avrei dovuto saperlo

sabato scorso, primo giorno ufficiale delle ferie estive (uniche ferie che ti fanno dire: "aahhh, adesso sono in vacanza" a mio parere), ero stata presa da un insano attivismo. e avrei dovuto capirlo già da lì, anche perché mi ero svegliata con un po' di mal di gola.

ho riordinato casa, fatto lavatrici, stirato (!), scritto email, scaricato foto, aggiornato il blog, telefonato, organizzato, programmato, iniziato a fare le valigie, ecc ecc.

poi il crollo.

a metà cena in pizzeria il mal di gola si è fatto più insistente, mi sono venuti i brividi di freddo (e sì che c'erano almeno 30 gradi se non di più), mi facevano male tutte le ossa.

per farla breve, mi è venuto il febbrone.
che poi ieri mattina, se n'è andato così com'era venuto a forza di bombardamenti di paracetamolo. (ma lo sapete che esiste una medicina come antidoto per l'intossicazione da paracetamolo?).

come al solito, la febbre mi ha colto impreparata.
eppure avrei dovuto saperlo che (da quando andavo alle superiori) un improvviso mal di gola associato a buonumore e sfrenato attivismo, sono sintomi inequivocabili di incipiente febbrone.

ecco perché normalmente io sono super pigra, significa che sono perfettamente in salute.

sabato 20 agosto 2011

sì viaggiare


alcuni dei miei buoni propositi per il 2011 (vedi qui) mi fanno venire l'ansia solo a pensarci, alcuni si sono già verificati, alcuni altri sono in corso d'opera, ma ce n'è uno che mi dà molte soddisfazioni come si vede qui sotto (e il meglio deve ancora venire!)

siviglia


siviglia


siviglia


rapallo


dolomiti


dolomiti

dolomiti


santa margherita ligure





mercoledì 10 agosto 2011

non ho l'età

sarà che io mi vedo sempre giovane, ma i due episodi accaduti ieri mi hanno portato a riflettere ul fatto che non è proprio così...

prima di tutto sono andata in profumeria e ho comprato una crema idratante per il viso che spero bene contenga dell'oro visto quanto l'ho pagata, nella speranza che combatta l'invecchiamento cutaneo e mi protegga dai danni dei raggi solari sulla mia epidermide. e la commessa mi ha regalato un campioncino di siero effetto lifting e uno di una miracolosa crema anti fatica e io non solo non mi sono offesa, ma ho anche apprezzato il gesto.

secondo poi, nel mio gruppo di turisti del pomeriggio c'era una coppia padre figlio. il figlio belloccio, sopra i trenta, con i capelli leggermente brizzolati. il padre probabilmente tinto (perché neanche un capello bianco), ma nel complesso niente male. io, ovviamente, un pensierino di rimorchio l'ho fatto. sul figlio. invece, chi mi ha inesorabilmente battuto i pezzi per tutto il tour (tre ore dico tre) è stato il padre. che per fortuna alla fine ha desistito.

c'avrà ragione mio fratello che, quando io mi urto perché tutti mi chiamano signora, mi dice "sore', dobbiamo rassegnarci. ormai c'abbiamo una certa età".

giovedì 28 luglio 2011

a volte succede

succede che anche se è luglio comincia a piovere e piove piove piove e poi invece di smettere piove sempre di più e alla fine si trasforma in un diluvio torrenziale tipo monsone con l'acqua che cade e rimbalza per terra e alla fine non vedi più niente.

succede che in tutto ciò tu stia lavorando con un gruppetto di turisti che non ci possono credere che piove a roma a luglio e quindi non hanno l'ombrello, né la giacca a vento. e quando comincia a piovere e tu gli dici perché non vi comprate un ombrellino o un poncho impermeabile, così diventate tutti dei suppostoni colorati (o dei preservativi giganti, scegliete pure voi la similitudine), ti dicono no non c'è bisogno, piove pure in australia (e negli usa e in canada) e ci piace bagnarci un po'.

e poi piove sempre di più e voi siete a trecento metri dal colosseo ma non lo vedete più perché è notte e piove talmente tanto che obiettivamente non c'è più niente intorno.
e dal nulla si materializza la bancarella di frutta di via dei fori imperiali con un bellissimo ombrellone aperto. vi ci rifugiate e dite ottimisti "aspettiamo che spiova". ma non spiove, anzi piove sempre di più.

a quel punto tu gli dici, facciamo così, io vi racconto il colosseo e poi decidiamo cosa fare. e cominci a raccontare (e urli per coprire il rumore della pioggia) e loro ti acoltano intenti e chi se ne frega se piove e ti ascolta anche il ragazzo della bancarella che chi sa da che paese viene (ma probabilmente uno di quelli dove ci sono i monsoni quelli veri, mica come a roma) e che probabilmente al colosseo non c'è mai stato oppure è un archeologo molto più qualificato di te ma i casi della vita lo hanno portato a vendere frutta tropicale sotto il diluvio a roma.

alla fine sono passati tipo venti minuti e piove sempre di più. allora si dice va beh, armiamoci e partiamo. solo il ragazzo della bancarella ci dice di restare quasi all'asciutto sotto l'ombrellone, ma voi vi tuffate nella piscina che è la strada e per fortuna vi viene da ridere.

poi spunta un autobus dal nulla, che non dovrebbe nemmeno passare da lì. si ferma e lo prendete al volo e una cosa così non si è mai vista al paese loro, che sali sull'autobus vuoto e lo allaghi e nessuno ti dice niente (e nessuno ha il biglietto se è per quello).
quando l'autobus si ferma siete quasi al sicuro davanti alla fermata della metro. dovete solo guadare il gange per raggiungere la terra promessa.

succede che alla fine ce la fai. tutti sopravvissuti. tutti contenti per la stupenda avventura. una roma così certo non l'avevano mai vista.

domenica 24 luglio 2011

ho visto (e sentito) cose che voi umani....

- una mia amica lamentarsi del freddo perché la temperatura è scesa sotto i trenta gradi

- una signora (forse una barbona ma forse no) camminare spedita a piedi nudi sull'asfalto, come se non ci fosse niente di strano. aspettare il verde al semaforo pedonale ed attraversare la strada fumando una sigaretta.

- la prima puntata di un nuovo telefilm che sarà la mia nuova causa di dipendenza (ma non vi dico qual è perché un po' di pudore mi è rimasto)

- una marea umana che invadere un centro commerciale all'ora di pranzo di una domenica d'estate.

- il bambino più buono del mondo che dice "pappa" per dire pappa ma anche qualsiasi altra cosa.

- i primi dieci minuti di harry potter 7.1 che sono un capolavoro della cinematografia mondiale.

- un'autostrada deserta

- la canzone di bruno mars "the lazy song" che esprime pienamente la mia filosofia di vita (se volete saperne di più, guardate qui).

e tutto solo in questo weekend.

lunedì 18 luglio 2011

da un eccesso all'altro

questo post poteva anche intitolarsi veni, vidi, vici.

segue da malasanità:

venerdì 24 giugno:
"signora, la stiamo chiamando. venga lunedì. ma prima aspetti che la richiamiamo sabato. se non la richiamiamo non venga. anzi, venga lo stesso. anzi, richiami lei".

sabato:
richiamo. "sì. ok. venga lunedì mattina"

lunedì: arrivo. ricovero. operazione. sveglia. fame. no cibo. no pipì.
martedì: pipì. colazione. dimissioni. a casa.

prima di dimettermi:
"deve venire sabato per la visita. è un preavviso sufficiente per lei?"
decido di non cogliere l'ironia. anche perché forse non c'è.

sabato:
appuntamento alle 10. tutto perfetto, preciso, organizzato. un quarto d'ora. tutto fatto. tutto bene. tutto a posto.
"deve venire per un ultimo controllo il 18 luglio, se è compatibile con i suoi impegni lavorativi".
"vuole che controlli se è compatibile?" chiedo io ingenua
"no. deve venire il 18 comunque, facevo così per dire".

oggi:
appuntamento alle 9:45. tutto perfetto, preciso, organizzato. dieci minuti. tutto bene. tutto a posto.

tutto è bene quel che finisce bene.
che questa efficienza fosse un riscatto karmico per l'inefficienza precedente lo spero ma non lo credo.
ma se funzionasse sempre così non sarebbe molto meglio per tutti? e non ci sarebbero più sprechi! (tra parentesi, oggi ho pagato il ticket graie alla nuova finanziaria).

lunedì 11 luglio 2011

oscillazioni

l'estate scorsa faceva caldo e io ero sudata e felice perché mi era tanto mancata l'estate italiana quando ero ad amsterdam.

quest'anno fa caldo e io sono sudata. e l'altro giorno mi sono scoperta a rimpiangere l'estate olandese e i suoi meravigliosi 20 gradi di temperatura massima.


lo so, lo so, sono latitante e non scrivo mai sul blog. e anche chi mi leggeva sempre ormai si è stufato. ma so anche che ho già fatto troppi mea culpa e proclami di buone intenzioni. quindi, farò del mio meglio per scrivere, ma non ve lo dico.

mercoledì 22 giugno 2011

malasanità

(va bene, non è -ancora- morto nessuno, ma i diritti della persona dove li mettete?)

marzo 2011:
"signora, deve farsi questa operazione. al più presto ma non è urgente. però la facciamo. faccia così e così e segua le istruzioni e poi vedrà che a maggio risolviamo tutto. la chiamiamo una settimana prima dell'operazione, magari anche due così lei ha tempo per organizzarsi. le daremo una data, se non dovessero chiamarla entro quella data mi telefoni pure"

maggio 2011:
"signora, venga a farsi queste analisi e questo e quest'altro. venga fra quattro giorni. ah, non può? allora venga tra dieci giorni, le va bene? allora sì. confermato grazie".
"buongiorno signora, ora che ha fatto tutte le analisi, le dico che l'operazione sarà tra un mese, entro la metà di giugno. arrivederci e grazie"

giugno 2011:
prima settimana - nessuna novità
seconda settimana - nessuna novità.
passa il 15 giugno - nessuna novità.
"signora, sono la segretaria dello studio medico. richiami domani"
"richiami domani"
"richiami domani"

venerdì scorso:
"visto che mi tempestate di telefonate finalmente vi rispondo, ma solo a lei madre dell'interessata che è già stata mia paziente, e le dico che metterò la signora in priorità e entro la fine di giugno la chiameremo, forse non proprio una settimana prima."
sabato:
"signora deve venire adesso per l'intervento. come, sta lavorando? che cosa curiosa. no, non le posso dare una settimana di preavviso, ma chi gliel'ha detto? no, non le posso dare un'ora di tempo per vedere se riesce ad organizzarsi. deve venire oggi. oppure la richiamiamo. sì, entro tre quattro giorni. va bene. la richiameremo. la chiamiamo la mattina e lei deve venire il giorno stesso. sì, è così".

oggi:
"no, non l'abbiamo richiamata. no, non sappiamo quando lo faremo. tanto non è urgente. come dice? lei fa un lavoro particolare per cui si è dovuta mettere in ferie pensando che la chiamassimo perché non ha la malattia? ah, è una libera professionista? ah, fa la guida turistica e non può dare buca all'ultimo minuto, proprio non sta bene e non rientra nell'etica del suo lavoro? e sticazzi? (no, questo non l'ha detto, ma il tono era quello). mi dispiace, ma è così. forse la chiamiamo nei prossimi tre giorni. forse no. arrivederci."

to be continued.

lunedì 30 maggio 2011

professioni

la mia nipote grande l'altro giorno mi ha chiesto:

"zia, tu che sei turistica, lo sai chi era elagabalo?"

turistica mi è piaciuto un sacco. ora lo scriverò sui miei biglietti da visita. professione: turistica.

ps: perché una bambina di nove anni, per quanto nipote mia e quindi geniale, volesse sapere chi era l'imperatore romano meno conosciuto al mondo resta ancora da scoprire.
per i curiosi tra di voi, ecco qui la risposta.

lunedì 23 maggio 2011

aiuto (forse) affogo

la marea mi trascina, mi scappa la presa sugli oggetti che mi circondano.
passano i giorni e mi ritrovo sempre più al largo.
non capisco come fare a tornare verso la riva.

e non è una di quelle belle sensazioni tipo lasciar perdere le cose vecchie che ti tengono ancorata alla riva e finalmente dirigersi verso il mare aperto.

è piuttosto un essere finita in un lento gorgo che non mi fa andare da nessuna parte e da cui non so più uscire.

non mi piace per niente.

martedì 17 maggio 2011

nuns attack

le persone anziane mi fanno tenerezza.
le suore in genere mi irritano.
le suore anziane mi provocano una strana sensazione di tenerezza irritata.

l'altro giorno camminavo allegramente e velocemente dalle parti della città del vaticano e una vecchia suorina curva e col bastone camminava lentamente davanti a me. quando le ho girato intorno per superarla ho mormorato un "mi scusi madre, permesso" preda delle mie emozioni contrastanti, ma più sul tenero che sull'irritato.

però, come spesso mi accade ultimamente (sarà l'alzeimer), appena ho distolto lo sguardo da lei ho dimentiato la sua presenza. e ho abbassato la guardia.

all'improvviso un artiglio si è proteso davanti alla mia faccia.
era il braccio della suora che si muoveva in modo convulso davanti ai miei occhi.
per un momento non ho capito: si sentiva male, stava per cadere?

poi mi ha afferrato.
e si è fatta accompagnare al semaforo pedonale venti metri più avanti.

non me lo ha chiesto, non si è scusata. mi ha rapita, abbastanza contro la mia volontà, e si è servita di me.
le ho detto gentilmente "sorella, mi ha spaventato. poteva chiedermelo e l'avrei aiutata volentieri".
non mi ha risposto.
l'ho depositata al semaforo.
non mi ha ringraziato. mi ha detto qualcosa tipo "beh, adesso vai".

mi sono allontanata perplessa.
era successo veramente?

(poi dice perché l'irritazione)

mercoledì 11 maggio 2011

cibo + infanzia

ieri nella sala d'attesa di un noto ospedale romano ci si intratteneva parlando di cibo. di cibo tradizionale romanesco per lo più.

ho scoperto che molte persone associano alla loro infanzia cose come rane fritte e zampe di gallina perché le loro nonne le preparavano.

io associo alla mia infanzia le patate lesse e i fagiolini, la ricotta col cacao, le uova col pomodoro, il pesce il venerdì, la maionese fatta in casa, gli involtini, le polpette, la pasta col sugo e la panna (per definizione il sugo nonnato)

però la storia delle rane fritte mi ha incuriosito e quindi riporto qui la ricetta come l'ho trovata su internet:

rane fritte o alla cacciatora

ingredienti:

-un chilo e mezzo di rane pulite
-strutto o olio d'oliva
-farina
-sale e pepe


sistemate le rane con le zampette incrociate, salatele un po' e passatele nella farina. lasciatele riposare circa 10 minuti, passatele ancora nella farina e friggetele immediatamente in strutto o olio bollente.


se le preferite fritte, levatele quando sono appena dorate e mangiatele spolverando di sale e pepe.

se le preferite alla cacciatora (in umido) devono friggere ancora un po', e occorre preparare questo sugo:
-500 grammi circa di pomodoro a pezzi
-un battuto di lardo
-rosmarino e aglio tritati

mettete il lardo battuto, aglio e rosmarino in padella facendo soffriggere fino a quando il lardo sarà sciolto. aggiungete le rane e il pomodoro e continuate a cuocere fino a quando il sugo sarà ben ristretto. aggiustate di sale e pepe e servite.

(non so se avrò mai il coraggio di provare)

sabato 7 maggio 2011

sondaggio

(sarcofago romano con scene di battaglia, roma, palazzo massimo)

mi è venuta una nuova fissa per le fotografie di statue ed oggetti di pietra.
che dite, inizio una nuova collezione?

giovedì 5 maggio 2011

la dura realtà

ieri mattina, toilette dell'area archeologica di villa adriana.

due adolescenti con leggero accento del nord italia chiacchierano davanti allo specchio:
"come son conténta, non mi sembra vero che siamo a roma!" cinguetta una mentre l'altra sorride

"infatti regazzì, non te lo vorrei dire io, ma qui non stai a roma ma a tivoli." sono intervenuta io.

no, non è vero, non sono intervenuta. ma l'ho pensato e l'avrei voluto dire, oh quanto avrei voluto dirlo!

lunedì 2 maggio 2011

spazzola progressiva

ho recentemente investito i miei soldi e il mio tempo in un trattamento rivoluzionario per i capelli che finalmente fa sì che la mia chioma non assuma la forma di un fungo atomico sopra alla mia testa al minimo accenno di umidità o di sudore.
e sono entusiasta del risultato.

(so che periodicamente mi entusiasmo pensando di aver risolto tutti i miei problemi - almeno quelli relativi ai capelli - come forse alcuni di voi ricorderanno, ma forse questa è la volta buona!)

la miracolosa spazzola progressiva fa sì che i capelli rimangano come vengono asciugati: se vuoi li allisci, se no li lasci così e così loro stanno. poiché il motivo fondamentale per cui io cercavo di allisciarli era evitare il fungo... adesso sono felicemente mossi e riccetti.

io noto una differenza enorme ma, a quanto pare, sono la sola e così, delusa dal fatto che nessuno notasse lo sconvolgente miglioramento, l'altro giorno mi sono rivolta alla vecchia amica b che condivide con me il problema capelli ma che ha adottato da tempo una strategia interventista molto più drastica ed efficace trasformando la criniera in un caschetto liscio.

mi sono avvicinata a lei e le ho chiesto: "hai visto amica b che belli i miei capelli finalmente?" e ho messo l'accento sull'ultima parola così che capisse che avevo messo in atto i buoni propositi di spazzolaprogressivarmi.

lei mi ha guardato e con aria sconsolata mi ha risposto: "ma non ha fatto effetto per niente!?!"

quando le ho spiegato l'enorme differenza, visto che c'era un'umidità pari al cento per cento e non c'era traccia di fungo, probabilmente solo per farmi contenta, ha ammesso che sì, era vero, non c'erano esplosioni atomiche in atto e che in effetti i capelli erano più morbidi
"però - ha aggiunto con aria schifata - sono ancora ricci"

così imparo a chiedere opinioni alle amiche.

sabato 30 aprile 2011

matrimoni "reali"

due matrimoni in due giorni è un'esperienza impegnativa.

anche se quello di ieri l'ho visto solo in televisione perché purtroppo non mi hanno invitato (forse che kate fosse preoccupata che william vedendomi scegliesse me?), però mi sono commossa allo scambio delle promesse. e ho un po' riso quando hanno detto "in ricchezza e in povertà" (ma che davvero? in povertà i reali d'inghilterra?).

oggi invece la televisione non c'era, ma praticamente era l'unica differenza.
c'era lo sposo molto elegante e senza cravatta, la sposa con le roselline nei capelli, la chiesa piena di bambini, i violini e la sorella della sposa che cantava.
la sposa è una mia amica e anche una delle sue testimoni (e quindi una buona parte degli invitati).
mi sono commossa lo stesso al momento delle promesse.

poi mi sono commossa per i bambini, le coppie felici, l'arrivo dei quarant'anni.
domani c'è una grande festa e si ballerà.
principe azzurro, se vuoi ci vediamo lì.

giovedì 28 aprile 2011

leggende metropolitane

a roma c'è una stradina, vicino al parlamento, che sarà lunga si e no cinquanta metri e che porta un nome lungo, evocativo e misterioso.
si chiama vicolo della spada di orlando.


erano anni che ci passavo e mi chiedevo chissà come sarà che avranno scelto questo nome.
finalmente google mi ha aiutato a svelare l'arcano.

se lo si percorre tutto questo vicolo, si può osservare che, dei due palazzi che lo costeggiano (uno per lato), uno è costruito su delle rovine romane e l'altro ha un frammento di colonna inglobato nella struttura.

dice la leggenda che orlando, il paladino del re dei franchi carlo magno, dopo la disfatta di roncisvalle decise di distruggere la sua amata e preziosa spada, durlindana, affinché non cadesse in mano ai saraceni. per distruggerla orlando tirò un fendente contro una colonna tagliandola in due. miracolosamente ed inspiegabilmente questo tronco di colonna tagliato da durlindana giunse a roma dove rimase per secoli inserito nel palazzo.

(secondo una versione diversa della storia, orlando si trovava a roma e venne aggredito mentre passava nel vicolo. difendendosi con la spada, colpì la colonna e la spaccò).

martedì 26 aprile 2011

no grazie, non mi interessa

ehi tu, uomo di passaggio,

la prossima volta che senti l'esigenza di essere carino con me, di farmi sentire speciale, di farmi ridere, di scrivermi belle cose e di offrirmi da bere e che però sai già che è solo stasera che ti va di farlo e che domani è un altro giorno:

per favore non farlo.

sarà sicuramente colpa mia se va così, ma la prossima volta per favore pensaci. se quello che mi offri è un'effimera illusione, no grazie non mi interessa. preferisco rimanere così.

"preferisco rimanere con il mio attuale fornitore" è quello che ripeto a chi vuole vendermi fregature telematiche. eco, ora te lo dico anche a te.

(pregasi i miei più attenti lettori di notare che non è successo niente che giustifichi materialmente questo post. è solo un pensiero che mi porto dietro da un po' e che ritenevo utile condividere)

domenica 24 aprile 2011

viaggiatori nel tempo

mio tour, il pomeriggio di venerdì, a piazza navona.

una turista americana di una certa età, probabilmente una settantina d'anni ben portati, mi dice che l'ultima volta che lei è stata a roma lì nella piazza c'erano solo botteghe di pittori e neanche un bar o ristorante.
che io sappia non è più così almeno dall'unità d'italia, ma forse io sono giovane e ignorante e non ho memoria storica quindi faccio un mugugno di solidarietà alla signora della serie "eh sì le cose cambiano e questi tempi moderni non rispettano le tradizioni" poi porto il discorso sui pittori ambulanti al centro della piazza e proseguo.



due ore dopo, stesso tour, al foro romano.

un'altra turista, figlia della precedente, probabilmente una cinquantina d'anni ben portati, mi dice che l'ultima volta che lei è stata a roma le colonne del tempio di antonino e faustina erano ancora interrate, come nelle incisioni di piranesi.
ora, in questo caso io so per certo che quell'area del foro è stata scavata tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento.


quindi non è assolutamente possibile che la signora si ricordi di aver visto le colonne interrate.
come non è possibile che sua madre abbia visto piazza navona senza ristoranti.

questa volta glielo dico, buttandola sul ridere, le dico che forse si ricorda di aver visto delle foto. la vedo che si agita, come se l'avessi colta in flagrante e poi cambia discorso.

lì per lì non ci faccio caso.
d'altronde non è proprio possibile che le cose stiano come dicono loro.

a meno che le signore non abbiano visitato roma facendo il gran tour ai tempi di goethe o di leopardi.
il che non è possibile a meno che non abbiano più di dueento anni.

il che non è possibile a meno che...
avete mai visto highlander?


(ps: le fotografie vengono dal pregiatissimo sito roma sparita)

venerdì 22 aprile 2011

avventure

sono tornata, i'm back, ik ben terug.

era ormai da qualche giorno che cercavo una scusa per tornare da queste parti e farmi perdonare la latitanza.

ieri sera la scusa si è presentata a me nei panni di un tassista anziano.
dopo essere stata a cena fuori, cercavo un modo per tornare a casa dalla zona del colosseo ma era troppo tardi per gli autobus, quindi ho preso un taxi (anzi un tassì come avrebbe detto nonna).

il tassista aveva più o meno gli anni di mia nonna ed era tanto che non mi capitava un educatissimo ma logorroico signore anziano. ultimamente tutti i taxi che ho preso erano guidati da giovani affetti da mutismo intenti ad ascoltare trasmissioni calcistiche alla radio.

lui voleva fare conversazione poverino, ma io avevo bevuto un po' troppo e forse rispondevo a sproposito perché è stato solo dopo cinque buoni minuti che ho capito l'equivoco:

poiché ero salita sul suo taxi bianco da sola, a mezzanotte passata di giorno feriale e proprio in quel punto della città, lui dava per scontato che fossi appena uscita dal noto locale gay lì a fianco e voleva proprio sapere come mai non tornavo a casa con la mia fidanzata o almeno con qualcuna che mi ero rimorchiata al bar se proprio una fidanzata non ce l'avevo.

e me lo chiedeva anche in modo abbastanza esplicito, ma molto educato. quindi io non capivo questa sua insistenza sull'andarsene da sola da una bella serata come questa.

quando finalmente mi si è accesa la lampadina, sono rimasta così stupita e incredula che lui si è profuso in scuse e mi ci sono voluti altri cinque minuti buoni per fargli capire che non mi ero offesa.

lunedì 21 marzo 2011

non vorrei dire...

non vorrei dire cose brutte o portare male e poi io alle teorie del complotto catastrofiste non ci credo.

però.

però se contate il numero di catastrofi naturali, guerre, morti improvvise e non, malattie più o meno gravi, eccetera che si stanno verificando a partire dall'inizio di quest'anno...

il mondo finirà nel 2012 perché nel frattempo non ci sarà rimasto più nessuno!

giovedì 17 marzo 2011

erri ti presento selli

erritipresentoselli è il mio film preferito in assoluto. una fonte inesauribile di perle di saggezza e frasi memorabili. un vero maestro di vita.

possiedo una videocassetta che ho consumato a furia di guardarla e anche un dvd.
ma la cosa più bella è quando, come stasera, lo fanno alla tele.

Siccome lo recito quasi interamente a memoria, dedico le battute più belle a tutti quelli che me le hanno sentite citare nelle occasioni più varie e disparate.

- ci pensi mai alla morte? - certo. - figuriamoci un pensiero fugace che ti attraversa la mente, io ci penso per ore, ci penso per giorni interi. - E credi che questo ti renda migliore? - senti, quando arriverà la mazzata io sarò preparato e tu no, dico solo questo. - e nel frattempo ti rovini tutta la vita aspettandola.

- ma ne valeva la pena, sacrificarsi per un’amica che poi hai perso di vista? - harry, ti sembrerà impossibile, ma non venire a letto con te io non l’ho mai considerato un sacrificio.

è incredibile. tu sembri una persona normale, ma in realtà sei l'angelo della morte!

- hanno comprato un tavolo da pranzo. lui e la moglie hanno speso 1600 dollari per un tavolo da pranzo! - dove? - uhm… non è "dove" il punto, alice. il punto è che lui non la lascerà mai! - figurati che novità! lo sai da due anni! - bhe, hai ragione, hai ragione, lo so che hai ragione!

- beh, io mi sono addormentata alle 7:30. non lo facevo dalla 3’ elementare. - è questo il bello della depressione: uno si riposa!

- ci sono due tipi di donne: ad alto e a basso mantenimento… - e io come sono? - del tipo peggiore. ad alto mantenimento ma convinta del contrario. - uhm, non è tanto chiaro… - non è tanto chiaro?!? “cameriere, vorrei un’insalata mista ma non col solito condimento, voglio aceto balsamico e olio, ma a parte! e il salmone con la mostarda, ma mi porti la mostarda a parte!”. “a parte” è fondamentale per te! - beh, voglio le cose a modo mio! - appunto! alto mantenimento.

- che cos’ho che non va? - niente! - sono difficile! - sei stimolante. - sono troppo strutturata e chiusa in una torre d’avorio! - però simpatica.


domenica 6 marzo 2011

il fantasma di san pietro

indossa un lungo cappotto nero.

ha i capelli candidi racconti in una crocchia disordinata e i capelli le incorniciano il viso come un'aureola.

ha gli occhi azzurri, la bocca sottile e la pelle rovinata.

si muove leggera e veloce intorno all'altare maggiore della basilica di san pietro.

riprende i turisti poco rispettosi o le guide troppo rumorose come me.

la prima volta mi è apparsa davanti agli occhi, in mezzo ai turisti: mi ha guardato con occhi fiammeggianti, si è portata l'indice alle labbra e mi ha sibilato shhht! poi, mentre sussultavo per lo spavento, si è dileguata.

da allora la vedo sempre, tutte le volte. quando compare ai margini del mio gruppo abbasso la voce e lei, com'era arrivata, scompare.

giurerei che non cammina, che non ci siano piedi sotto l'orlo del cappotto troppo grande, ma che fluttui senza peso.

l'ho additata ai turisti e a una collega, ma non sono sicura che l'abbiano vista, né che la possano vedere.

forse è una vecchia signora un po' strana che si è assunta l'onere di far rispettare la sacralità della basilica.

molto più probabilmente, però, è un fantasma.

e ce l'ha con me.

martedì 1 marzo 2011

non capisco e non mi adeguo

(no, non è un post politicamente impegnato).

che io sia teledipendente è cosa risaputa.
che io ami le serie tv più pacchiane, sdolcinate, violente, fantascientifiche e improbaili è altrettanto noto.

eppure...

eppure non ho mai capito buffy.
ebbene sì, lo confesso.
nonostante fior fior di letteratura sia stata scritta a riguardo (per esempio su questo blog che seguo appassionatamente), io non la reggo.

non capisco perché.

o meglio sì. la colpa è sua. lei, (b)uffy in persona. io non la reggo.
probabilmente troverei insopportabile anche me stessa se fossi una adolescente obbligata (ops, volevo dire prescelta) a diventare una cacciatrice di vampiri.
ma insomma...

comunque, siccome ogni tanto mi sento in colpa perché proprio non la reggo e invece lei povera ragazza, cosa mi avrà fatto mai? allora, di tanto in tanto mi guardo una puntata.
e ricevo conferma del fatto che proprio non fa per me.

oggi c'era addirittura un robot con forma umana! e no eh. gli androidi no. mi è bastata supervicky!

l'unica cosa che si salva di buffy e tutto l'ambaradam è il bellissimo angel (amato vampiro) che altri non è che l'agente speciale sillibuth di bones che potete ammirare qui, ma questa è un'altra storia.

ma... attenzione... cosa succede?!? nooooooo.... la scena finale di questo stupidissimo episodio è da brivido! non può finire così! devo assolutamente vedere cosa succede!
cara buffy, mi sa che domani ti do una seconda chance.

lunedì 28 febbraio 2011

pinguini

sabato sera sono andata al cinema con ale a vedere ilcignonero.

alla cassa troviamo il cartello "sala non riscaldata".

chiediamo lumi alla signora impellicciata (e questo avrebbe dovuto farci quantomeno interrogare) che ci rassicura "eh, non c'è il riscaldamento... ma se vi tenete il cappotto...."

perché non abbiamo cambiato cinema, ancora non me lo spiego. comunque, imperterrite siamo entrate e ci siamo sedute nell'immensa sala dell'unico cinema romano ancora non trasformato in multisala, praticamente da sole, in mezzo ai pinguini.

pian piano qualche altro temerario si è aggiunto a noi. ma nonostante fossimo seduti tutti vicini vicini, il calore umano non ci ha aiutato.

non mi era mai capitato di guardare un film intero indossando cappotto, cappello, sciarpa e guanti e di dovermi muovere sulla sedia per cercare di non congelarmi i piedi.

quando all'intervallo è arrivato il tipo con le bibite e i gelati ho pensato che fosse uno scherzo.

che poi, se non avessi avuto freddo, magari il film mi sarebbe anche piaciuto.

sabato 26 febbraio 2011

ehi tu, c'ero prima io

ebbene sì, devo ammetterlo.

io ho sempre sognato di sposare il principe william.
anche se potrei essere sua madre (o poco ci manca) e anche se perde i capelli.
però io volevo diventare principessa e lui è così carino....

quindi, cara kate, guarda che c'ero prima io!

oggi ho letto su yahoo notizie che riceveranno in dono per le nozze anche una mandria di mucche.

all'improvviso non sono più così sicura dei miei intenti matrimoniali...

lunedì 21 febbraio 2011

sushi

lunedì scorso, san valentino.

al termine di una giornata lunga e faticosa, la sottoscritta decide di premiarsi con una cena goduriosa. però di non ammazzarsi di calorie o di grassi insaturi (o sono quelli saturi che fanno male?, vabbè, ci siamo capiti) e quindi opta per il sushi.
poiché di cenare fuori da soli non se ne parla (lo so, è un mio tabù che prima o poi supererò) e che per di più è san valentino - e visto che per puro caso si trova già per strada ed automunita - pensa bene di rivolgersi al suo sushi take away preferito: sceglie il punto vendita più comodo da raggiungere dove però non ordini al momento ma ti compri le scatolette già preparate.

quando la nostra eroina entra nel negozio, ci sono solo una commessa gentile e un donnone impellicciato che si rivela essere la proprietaria.
l'enorme banco espositivo delle scatole e scatolette di varie dimensioni è desolatamente vuoto, fatta eccezione per un'enorme vassoio rotondo del diametro di almeno 35 centimetri, ricolmo di bontà, al prezzo esorbitante di 37,00 euri.
"non posso prenderlo" pensa lei "se mangio tutta quella roba mi sento male. e poi costa troppo, è immorale spendere così tanto per delle palline di riso".
mentre l'eroina tentenna, il donnone si avvicina:
"la posso aiutare?" dice
"cercavo una confezione più piccola..."
"eh, c'è rimasta solo quella... ma quella per due persone va bene!" e fa un sorrisetto.

eh no cara mia. è inutile che mi fai il sorrisetto di scherno perché sono entrata da sola qui dentro alle nove di sera a san valentino. non mi porterai mai ad ammettere che sono single e in cerca di comfort food.

"beh, ma per noi (io e il mio fidanzato immaginario) è comunque troppo" risponde pronta e spavalda la protagonista.
"beh senta, solo perché sto per chiudere, se vuole glielo do a 25 euri"
non aveva neanche finito di dire "euri" che la risposta è stata "ok. aggiudicato"

in macchina, di nuovo i dubbi e le perplessità:
"tutta questa bontà andrà sprecata, mi toccherà buttare il cibo che è peccato gravissimo, povera me, povera me."

una volta a casa, il tempo di apparecchiare il vassoio, la salsa di soia, le bacchette, di accendere la televisione, di cominciare a mangiare e - miracolosamente - il vassoio era vuoto.

l'enorme quantità di cibo è stata spazzolata in meno di venti minuti.

senza sensi di colpa e senza intossicazioni da pesce crudo. e, in fondo, senza neanche troppe calorie.

martedì 15 febbraio 2011

purtroppo (questo è un post triste. potete anche non leggerlo)

purtroppo oggi il gatto puzzola è andato nel paradiso dei gatti.

per un motivo o per un altro, il cerchio intorno a lei sembrava chiudersi perfettamente: all'ospedale dei gatti c'era di nuovo la dottoressa con gli occhi tristi (che avrebbe dovuto cambiare città e invece - mi ha detto - non è più partita, chissà perché); c'era il dottor menageatruà (ricomparso anche lui) che è sempre cattivissimo ma in fondo è buono, ed è stato super buono, bravo e comprensivo; e c'erano anche il dottore ipnotizzatore e la dottoressa bionda e carina (che poi non è più bionda).

ad agosto puzzola era miracolosamente guarita e fino alla settimana scorsa era rimasta più o meno perfettamente in salute.
ma ci avevano avvertito che prima o poi ci sarebbe stato bisogno di un secondo miracolo e che invece i miracoli raramente si ripetono.
e infatti purtroppo questa volta il miracolo non si è compiuto.

divertiti puzzoletta nel cielo dei gatti.
mi manchi

martedì 8 febbraio 2011

chiamatemi cunctator

dal mio manuale di storia romana all'università: "nel 217 annibale avanzò in etruria [...] il senato decise di ricorrere alla dittatura [...] la scelta cadde su fabio massimo [...] fabio, con una tattica abile e prudente [...] che gli valse il soprannome di cunctator (cioè temporeggiatore, ma, alla lettera, esitante) riuscì a evitare lo scontro frontale che annibale cercava" (f. cassola, storia di roma dalle origini a cesare, roma 1985)

secondo wikipedia invece: "a seguito della sconfitta romana nella battaglia del lago trasimeno, viene eletto dittatore; durante il suo mandato seguì annibale, puntando al suo logoramento mediante una tattica militare di guerriglia che cercava di stremarne le forze, e che gli procurò l'appellativo di temporeggiatore"

insomma: quinto fabio massimo (verrucoso aggiunge wikipedia) era un generale romano passato alla storia per la sua abilità nel temporeggiare.

ecco. io sono maestra in quest'arte, al punto che lui al confronto sparisce. altro che annibale, io potrei sconfiggere qualsiasi nemico... lo prenderei per sfinimento.
la mia tattica militare non prevede però la guerriglia, ma solo il procrastinare: rimandare qualsiasi cosa il più a lungo possibile.

a riprova della mia capacità allego i seguenti fatti:
- a novembre coinquilinac in visita mi ha regalato dei bulbi. quando ho aperto la bustina per piantarli, la settimana scorsa, uno non solo aveva già germogliato, era già fiorito.
- a dicembre sotto la neve romana (il nostro quarto d'ora di celebrità annuale non ce lo leva nessuno) si è rotto il tacco dei miei stivali nuovi. li ho fatti aggiustare oggi
- a natale, lottando con le decorazioni natalizie, ho provocato il crollo di un quadro 120x70 (cioè non proprio piccolo) che è rimasto giacente sul pavimento del mio salotto (grande più o meno quanto il quadro) fino a ieri mattina.

ritengo quindi di meritare il titolo di prisciinwonderland maxima cunctatora

ave

mercoledì 2 febbraio 2011

settimana bianca

sono andata a sciare con gli amichetti olandesi (che poi olandesi non sono, tranne uno) e la mia confusione linguistica è andata alle stelle.

innanzitutto mi hanno confuso perché mi hanno fatto volare in svizzera per andare a sciare in francia. arrivata lì ho scoperto di essere ad un tiro di schioppo dall'italia ma soprattutto mi trovavo all'interno della più grande colonia sciistica inglese sulle alpi.
avete presente sciarmelsceic che si trova fisicamente in egitto ma dove tutti parlano italiano?
uguale però con la neve e tutti parlavano inglese.
però eravamo pur sempre in francia quindi tutti i nomi dei posti e delle cose erano pur sempre in francese.

a seguito di tutto ciò:

- ho scoperto che skilift si dice bottomlift (che non vuol dire solleva sedere, però...)
- ho scoperto che i più diversi tipi di funivia-ovovia-cabinovia possono essere chiamati bubbles cioè bolle (ma quando lo dicevo io era sempre sbagliato)
- ho passato un'intero viaggio in seggiovia a sentir parlare di un nemico (an enemy) senza capire il contesto, per poi scoprire che si trattava di una pista dall'innocente nome di anemoni (in francese anémones).
- ho passato giorni a sentir parlare di lemon ware (che a mio parere era un tipo di vasellame e non riuscivo a capire a che proposito ne parlassero) per poi scoprire che era un inventivo modo di pronunciare una amena località chiamata les menuires.
- sono andata a cena al ristorante tiger cioè tigre e mi immaginavo una cosa un po' orientale che so magari con cucina indiana e invece trattavasi di una baita di montagna chiamata taiga.

ma soprattutto:
l'ultimo giorno, nell'ultima funivia, si discorreva di come procurarsi qualcosa da mangiare prima della partenza e se fosse il caso di chiedere a qualcuno dei non sciatori di comprarci dei panini.
poi coinquilina c ha detto "oppure potremmo prenderli noi da marcel"
quando io ho chiesto innocente "ma chi è marcel?"
hanno riso tutti a crepapelle.
coinquilina c aveva detto "we could go get them ourselves" (potremmo andare a comprarceli da soli)
e io avevo capito invece "we could go get them at marcel's"

ma se parlano strano, che è colpa mia?

venerdì 21 gennaio 2011

effetti collaterali

una mia amichetta olandese che in realtà olandese non è ma lituana di lingua polacca, nata nell'allora unione sovietica, quindi come si suole dire una vera donna del nord, si è trasferita in messico.
ieri mi ha scritto una lettera in cui mi dice:
"sono qui da tre settimane e finora non c'è stato un solo giorno nuvoloso, dopo tutto quel tempo di cacca (si riferisce al fantastico clima olandese ndr) mi sento confusa! ma sicuramente sono più felice, in qualche modo l'abondanza di sole ha un effetto immediato ed impressionante... adesso capisco da dove vengono la tua energia e la tua positività..."

ora, che la ragazza abbia ragione? vivere nel paese d'oo sole contribuisce alla positività e alla forza di carattere? a giudicare dai musi lunghi che si vedono in giro, direi di no. ma chissà che "somehow", come dice lei, non ci sia un collegamento....

intanto io mi tengo i complimenti e ringrazio.

lunedì 17 gennaio 2011

MLK

l’odio paralizza la vita;

l’amore la rende libera.

l’odio confonde la vita;

l’amore le dà armonia.

l’odio rende buia la vita;

l’amore le dà luce.

hatred paralyzes life; love releases it. hatred confuses life; love harmonizes it. hatred darkens life; love illuminates it.

ho trovato questa citazione sulla pagina facebook di un'amica (e la traduzione su un sito internet di citazioni).

buon martin luther king day a tutti!

venerdì 14 gennaio 2011

vicini di casa

uno dei vicini degli appartamenti confinanti al mio grugnisce due volte ogni mattina, con soddisfazione. l'orario cambia, ma il grugnito no. è sesso o sollevamento pesi. spero per lui la prima che ho detto ma chi sa.

le vicine del piano di sotto, entrambe sull'ottantina, hanno le porte di casa a quindici centimetri di distanza l'una dall'altra e i loro mariti erano amici d'infanzia. loro due non si parlano. parlano tutte e due con me però. una mi dice sempre di salutare mamma e che quando c'è la salute c'è tutto, l'altra ha un repertorio leggermente più vario: in genere parliamo del tempo.

un'altra vicina del piano di sotto (della stessa generazione delle precedenti) vive da sola con due cani, quattro gatti e anche i canarini in gabbia. ha pochissimi denti e non si capisce niente di quello che dice ma è sempre allegra. lei è molto amica di una di quelle che non si parlano, fanno grandi conversazioni sul pianerottolo l'una senza capire l'altra (perché oltretutto sono entrambe sorde).

il mio vicino più vicino, con la porta di casa a quindici centimetri dalla mia, esce di casa alle sette e torna alle tre. ogni volta che infila la chiave nella toppa, sembra che stia entrando a casa mia perché i muri non sono molto spessi. per il resto non si vede e non si sente (a meno che non sia lui quello dei grugniti. in quel caso il sollevamento pesi è escluso).

ogni tanto la domenica mattina presto, un ragazzo carino arriva con i cornetti per qualcuno. ma non ho mai capito per chi.

domenica 9 gennaio 2011

buoni propositi

leggo su vanity fair (e sul blog di daria bignardi); condivido e volentieri diffondo:

Se hai un dubbio, se pensi che la cosa che stai per fare non sia giusta ma non sei sicuro che sia così, vuol dire che quella cosa non è giusta. Quando una cosa va bene, non hai dubbi.
Il senso del dovere è utile, ma devi averlo anche nei confronti di te stesso.
Impara a dire no. Per dire no devi pensare prima di rispondere, e chiederti se vuoi davvero fare quel che ti è stato chiesto. Se non vuoi farlo, è meglio dirlo, gentilmente. Se hai detto sì, allora fallo e non pensarci più.
Se un abito ti fa sentire ridicolo, non metterlo. Se vuoi essere vestito bene, indossa solo cose che ti fanno sentire a tuo agio.
Se hai sempre sognato di fare una cosa, comincia a farla, anche se ti sembra che non venga bene o non sai come farla.
Concediti almeno mezz’ora ogni giorno per fare qualcosa che ti piace veramente.
Passa più tempo possibile coi bambini, perché poi crescono.
Vinci la pigrizia e vai a vedere quella mostra, ti piacerà. E se non dovesse piacerti, avrai fatto un giro.
È bello conoscere i monumenti le chiese e i musei della tua città e poterli spiegare a chi viene a trovarti.
Se ne hai voglia, viaggia da solo. Se non ne hai voglia, non viaggiare da solo.
Piuttosto che mentire, stai zitto.
Non tradire, non tradirti.
Leggi tutta la prima pagina di un libro in libreria, prima di comprarlo.
Ci sono tanti bei libri da leggere, ma i classici in genere danno più soddisfazione.
Se mangi pochissima carne e molta verdura ti senti meglio.
La pasta non ingrassa se non la condisci col burro o la carne e mangi solo quella.
È meglio non fumare.
Fai sempre l’elemosina a chi la chiede.
È più bello dare che ricevere.
Telefona spesso ai tuoi parenti anziani, portagli dei regali, accompagnali dal dottore, al ristorante, al mare.
Cerca di avere almeno un amico molto più grande di te e uno molto più giovane di te.
Vai ai funerali, fai le condoglianze, ricorda quelli che se ne sono andati: a chi resta fa piacere e farà bene anche a te.
Visita il cimitero della tua città.
Fai amicizia coi vicini di casa.
Se una persona ti piace, diglielo, invece di litigarci per farti notare.
Stai in silenzio più che puoi.
Impara a non avere l’ultima parola: è più utile tacere che rispondere.
Sorridi.
Ogni tanto comprati qualcosa che ti piace.
Se vuoi mettere in ordine e non sai da dove cominciare, comincia da un punto qualunque: la scrivania, uno scaffale, un cassetto… di solito quando cominci non smetti più.
Regala i vestiti che non metti da tre anni: tieni solo quelli che ti ricordano qualcosa di molto bello, ma in una scatola.
Non c’è niente di cui aver paura: le cose brutte si affrontano, le cose belle si godono. Con calma.
Se non sai come dire una cosa, chiediti se è giusto dirla. Se puoi anche non dirla, stai zitto, se invece è giusto che tu la dica, dilla assolutamente.
Guardare gli alberi, il cielo e gli animali fa stare meglio.
Vai piano.
Non prendere troppi impegni.
Cerca di fare quello che ti chiedono, non quello che pensi vogliano da te.
Fai testamento: capirai chi e cosa è veramente importante per te.
Le cose più importanti alla fine succedono per caso.
Nulla ha senso, ma bisogna fare come se ce l’avesse.
Divertiti.
Se non fai male a te stesso o agli altri, sii audace. Non hai nulla da perdere.
Ascolta la musica e balla.

venerdì 7 gennaio 2011

sarà...

sarà che sto diventando vecchia,
sarà che in fondo in fondo sono una che ama l'ordine
sarà che sono profondamente legalitaria...

ma il bel quartiere popolare in cui vivo da anni,
culla della vita notturna romana,
si trasforma ogni sera in un far west dove tutto è possibile,
dove la puzza di fumo è più forte che davanti a un coffeeshop olandese (di quelli dove non si vende caffè),
dove le macchine sono parcheggiate dapertutto e i motorini ancora di più,
dove chiunque è padrone e ognuno stabilisce le regole.
sta diventando una cosa invivibile.

stasera ho gioito quando ho visto i vigili fare le multe a chi era entrato in ztl senza permesso e a chi aveva parcheggiato in mezzo alla carreggiata.

sarò una vecchia reazionaria, ma io penso:
vieni pure a divertirti, ma ricordati che questa è casa mia e quando tu te ne vai io resto, coni cocci di bottiglia ovunque e una montagna di rifiuti.

e come diceva il manifesto qui sotto, affisso in piazzetta già qualche anno fa: "la tua libertà finisce dove comincia la mia"


martedì 4 gennaio 2011

profonde considerazioni

sul comò dei miei genitori (e a casa di nonna in precedenza) c'è questo posacenere con dipinta una grande perla di saggezza popolare che non necessita, credo, di alcun ulteriore commento e ben si adatta alle riflessioni di inizio anno.


domenica 2 gennaio 2011

desideri

dal blog di nonsolomamma, l'invito a scrivere una lista dei propri "desideri privati in ordine sparso" per il 2011. la regola è che devono essere privati e personali, non nobili, pubblici e sublimi.

oggi ho avuto l'ennesima conferma che la vita è breve e piena di colpi gobbi, quindi prometto che mi impegnerò a realizzare i miei, almeno qualcuno.

eccoli:

viaggiare (dovunque, ma soprattutto il grande viaggio americano di cui parlo da mesi)
ridere
andare al cinema
amare ed essere amata
dimagrire
festeggiare in grande stile i miei (primi) 40anni
leggere
andare a vedere al cinema l'ultimo film di harry potter e poi comprarmi il cofanetto completo e vederli tutti e otto di seguito
vincere alla lotteria
lavorare tanto e bene
trovare marito (o l'equivalente)
organizzare cene con le amiche
tenermi in contatto anche con chi non è su facebook
andare a trovare gli amici lontani
non sentirmi mai triste, stanca, depressa e scoraggiata
avere l'energia mentale per fare i lavori a casa
imparare un'altra lingua
comprarmi tanti vestiti
fare un bambino (magari non proprio farlo nel 2011, ma almeno mettere le basi)


(chi vuole scrivere i suoi è benvenuto, qui o da lei)