martedì 20 settembre 2011

dress code

dovevo passare una giornata di lavoro con dei clienti importanti che partecipavano ad un convegno di una nota casa i gioielli internazionale, quella che comincia con c e finisce con artier.
dovevo rispondere a determinati requisiti di preparazione, conoscenza delle lingue straniere, simpatia, bella presenza.

avevo già pensato a cosa mettermi, ovviamente, ma non avevo fatto i conti con il protocollo di abbigliamento che mi è stato inviato per email e che qui riproduco fedelmente (giuro che non sto inventando nulla):

abbigliamento femminile
pantalone o gonna o completo scuro
camicia
scarpe chiuse; se con tacco massimo 8 cm
capelli legati
no trucco, o leggero se necessario
gioielli di piccole dimensioni
smalto su unghie corte
gambe e ascelle depilate
no profumo


seguiva poi l'abbigliamento maschile che non permette di mostrare orecchini e tatuaggi.

se ne deduceva che io, in quanto donna, a patto di avere le gambe e le ascelle depilate potevo anche mostrare i tatuaggi ma mai e poi mai mi sarei potuta mettere la mia stupenda gonna fantasia.

domenica 18 settembre 2011

conversazione

roma - esterno giorno - ora di pranzo ai tavolini di un bar.

personaggi: un cameriere indiano e un cliente giapponese. il cameriere si rivolge al cliente:
 - come si dice cocacola in giapponese?
 - uguale. cocacola si dice uguale
 - davvero? uguale? allora provo a dirlo: uguale. così?
 - no, cocacola. cocacola si dice uguale
 - eh, appunto. uguale. uu-guu-a-le. così? così si dice cocacola?
 - cocacola! si dice uguale a italiano! cocacola.
 - cocacola non è italiano. è inglese. come si dice cocacola in giapponese?

mi sono allontanata prima che mi venisse troppo da ridere

sabato 10 settembre 2011

croazia mon amour

sono andata in croazia con amica jen l'americana.
lo sapevate che si può passare un mese dico un mese lì senza mai andare al mare? e senza mai farsi venire in mente che quella meravigliosa distesa di acqua verde e blu, trasparente e cristallina sia forse quantomeno balneabile? beh, io no. ma lei sì. se non glielo dicevo io che in croazia ci si va anche per quello, lei non ci avrebbe mai pensato.
lo sapevate che se una cosa non è scritta su una delle guide che ti porti dietro o se non ne puoi leggere almeno su internet, non esiste? beh, io no. ma lei sì. se non glielo dicevo io che ci si può fermare a mangiare alla prima trattoria che vedi, purché profumi di pulito e di buon cibo, avremmo mangiato sempre in (mediocri oppure costosi) ristoranti per turisti.
lo sapevate che senza wifi non si vive? beh, in parte è vero.
lo sapevate che solo nell'isola di hvar ci sono tre se non quattro patrimoni mondiali riconosciuti dall'unesco? beh, io no. ma lei sì. se non fosse stato scritto sulla sua guida....
lo sapevate che in ammerica i fichi sono (solo) quelli neri e si mangiano con la buccia? beh, io no. se non me lo diceva lei non avrei mai provato l'ebbrezza. che poi la buccia dei fichi non è male.
lo sapevate che a hvar io c'ero già stata nel 1989 ma non mi ricordavo niente? ma niente niente, neanche una piazza, una spiaggia o un vicoletto! beh, nessuna di noi due lo avrebbe mai sospettato, ma così è.
però è stata una vacanza molto bella.
quasi quasi l'anno prossimo ci torno. per andare al mare però!