lunedì 21 febbraio 2011

sushi

lunedì scorso, san valentino.

al termine di una giornata lunga e faticosa, la sottoscritta decide di premiarsi con una cena goduriosa. però di non ammazzarsi di calorie o di grassi insaturi (o sono quelli saturi che fanno male?, vabbè, ci siamo capiti) e quindi opta per il sushi.
poiché di cenare fuori da soli non se ne parla (lo so, è un mio tabù che prima o poi supererò) e che per di più è san valentino - e visto che per puro caso si trova già per strada ed automunita - pensa bene di rivolgersi al suo sushi take away preferito: sceglie il punto vendita più comodo da raggiungere dove però non ordini al momento ma ti compri le scatolette già preparate.

quando la nostra eroina entra nel negozio, ci sono solo una commessa gentile e un donnone impellicciato che si rivela essere la proprietaria.
l'enorme banco espositivo delle scatole e scatolette di varie dimensioni è desolatamente vuoto, fatta eccezione per un'enorme vassoio rotondo del diametro di almeno 35 centimetri, ricolmo di bontà, al prezzo esorbitante di 37,00 euri.
"non posso prenderlo" pensa lei "se mangio tutta quella roba mi sento male. e poi costa troppo, è immorale spendere così tanto per delle palline di riso".
mentre l'eroina tentenna, il donnone si avvicina:
"la posso aiutare?" dice
"cercavo una confezione più piccola..."
"eh, c'è rimasta solo quella... ma quella per due persone va bene!" e fa un sorrisetto.

eh no cara mia. è inutile che mi fai il sorrisetto di scherno perché sono entrata da sola qui dentro alle nove di sera a san valentino. non mi porterai mai ad ammettere che sono single e in cerca di comfort food.

"beh, ma per noi (io e il mio fidanzato immaginario) è comunque troppo" risponde pronta e spavalda la protagonista.
"beh senta, solo perché sto per chiudere, se vuole glielo do a 25 euri"
non aveva neanche finito di dire "euri" che la risposta è stata "ok. aggiudicato"

in macchina, di nuovo i dubbi e le perplessità:
"tutta questa bontà andrà sprecata, mi toccherà buttare il cibo che è peccato gravissimo, povera me, povera me."

una volta a casa, il tempo di apparecchiare il vassoio, la salsa di soia, le bacchette, di accendere la televisione, di cominciare a mangiare e - miracolosamente - il vassoio era vuoto.

l'enorme quantità di cibo è stata spazzolata in meno di venti minuti.

senza sensi di colpa e senza intossicazioni da pesce crudo. e, in fondo, senza neanche troppe calorie.

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