lunedì 14 maggio 2012

vicini di casa

il mio vicino di casa, cui anni fa avevo bussato alle sette di sera per chiedere un bicchiere di vino per cucinare e che mi aveva aperto la porta in veste da camera ed aveva stappato per me una bottiglia di vino presumibilmente costoso, in una cucina altrimenti vuota ma illuminata potentemente del tipo sala operatoria in telefilm americano, il mio vicino di casa, dicevo, ha avuto dei problemi di tubature nel suo appartamento.

il tubo che porta l'acqua dalla cisterna sul tetto all'appartamento del piano di sotto si è rotto. ma si è rotto nei muri del mio vicino, allagando prima tutto il suo appartamento e poi pian piano, perché l'acqua è infida e si infiltra nei muri, anche tutti gli appartamenti sotto al suo.

seguendo il suo motto "questa è casa mia e non entra nessuno" ma soprattutto "io sono in affitto, prendetevela con la mia padrona di casa", non ha fatto entrare nessun perito delle varie assicurazioni private e condominiali e tantomento ha fatto riparare i tubi. ha lasciato che le macchie si espandessero per tutti i soffitti di tutte le camere da letto di tutti gli appartaenti della sua colonna, compreso il suo.

finché si è arreso.

ha traslocato.

chi sarà il prossimo?

venerdì 11 maggio 2012

voglio mori' zitella. ovvero, dell'idiozia maschile

vi prego di scusarmi. questo è un post sessista.

(la seguente conversazione è avvenuta solo ed esclusivamente via sms)
 
lui - vorrei prendere un aperitivo con te
io - (beh, la cosa mi lusinga, anche se ti ho visto tre volte e non ti avevo mai considerato) volentieri
lui - un aperitivo?
io - ok
lui - no meglio una cena
io - ok
lui - offro io
io - non c'è bisogno
lui - mi offendo
io - allora offri tu
lui - quando?
io - quando vuoi
lui - giovedì?
io - ok
lui - ti vengo a prendere
io - (non sono sicura di volerti dire dove abito visto che praticamente non so chi sei) no, ci vediamo lì
lui - mi offendo
io - offenditi pure
lui - ok ci vediamo lì

il giovedì lui mi dà buca per motivi di lavoro

giorni dopo
lui - non mi hai più chiamato
io - ma sei stato tu a darmi buca pensavo avessi cambiato idea
lui - io? mai. tu sei troppo fantastica
io - (ma che ne sai che non mi hai mai visto?) grazie grazie arrossisco
lui - venerdì?
io - venerdì.
lui - spero proprio che la cosa non finisca con la cena
io - in che senso?
lui - da me o da te?
io - mah, non saprei, vediamo come va la serata, magari anche ognuno a casa sua (ma chi te conosce? e poi il romanticismo dov'è finito?)
lui - ah sì certo, non intendevo
io - figurati, allora cena?
lui - sì sì

poi mai più nulla.
va bene.
io non corro a buttarmi nelle tue braccia (chiamiamole braccia) e allora tu non vuoi più neanche vedermi per una pizza? che poi io non ho detto di no, avrei solo gradito un approccio più discreto.
ma va bene, amici (?) come prima e tanti saluti.

ma che tu oggi (che sarebbe il venerdì di cui sopra) mi incontri per strada e fai finta di non vedermi e, quando i tuoi amici mi chiamano per salutarmi, non hai il coraggio di rimanere lì ma te ne vai salvo poi renderti conto che dove vai che stai con i tuoi colleghi e quindi ti fermi a quattro metri di distanza e fai ciao con la manina mentre loro ti guardano stupiti perché non capiscono cosa stai facendo...
ecco, questo proprio non lo tollero.

che già di uomini eterosessuali ce ne sono pochi, ma che quei pochi siano pure dei mentecatti...
meglio zitella.


venerdì 4 maggio 2012

andato

il nemico invisibile se n'è andato.
mi ha lasciato un collo un po' rigido, ma lui non c'è più.
già da ieri mattina.

dopo accurate e approfondite ricerche degne di csi ho capito chi era.
erano i miei quarant'anni che non volevano andarsene, pensavano di non aver compiuto il loro lavoro e di non aver fatto quello per cui erano arrivate (cosa che in parte è anche vera). non volevano lasciare il posto all nuova versione +1 di me stessa che (speriamo) sarà molto più bella della precedente.

quindi ora sono pronta per nuove avventure ai confini del mondo conosciuto.

buon post compleanno a me.

mercoledì 2 maggio 2012

nemici immaginari

giovedì 26 aprile verso mezzanotte: gioco a uno stupido gioco sul computer e sento uno strano dolorino alla scapola sinistra. penso che magari ho preso freddo e che a letto, al calduccio sotto le coperte, mi passerà tutto.

venerdì 27 aprile ore 3:45 am (sì, avete letto bene, tre e quarantacinque del mattino) mi sveglio in preda a dei dolori tremendi dietro la schiena: in mezzo alle scapole c'è come una cosa che mi artiglia e non posso più stare in nessuna posizione. né supina, né su un fianco (a pancia in giù non ci ho provato che soffoco), né seduta. forse un po' in piedi. ma sono le 4 di mattina e in piedi resisto un secondo e mezzo.

provo più cuscini, meno cuscini, le pezze calde, il massaggino con la cremina magica naturale, il massaggino con la cremina magica chimica, il paracetamolo, i piedi al posto della testa, la testa al posto dei piedi.
niente. non posso più stare in nessuna posizione.
alla fine provo col divano. più cuscini, meno cuscini, ecc.
riesco ad appisolarmi seduta con mille cuscini più le pezze calde.
dormo mezz'ora (d'orologio) poi mi sveglio e devo riuscire a cambiare posizione.
la cambio. dormo mezz'ora e poi di nuovo.
fino alle 7.

ore 9,30 non contenta vado in palestra. provo a fare un po' di ginnastica, magari mi si scioglie l'artiglio. no.
mi faccio una doccia bollente, magari mi sciolgo un po'. forse.... no.

la maestra di ginnastica che è anche psicologa mi dice che è evidente che si tratta di un male psicosomatico. qualcosa o qualcuno mi si è attaccato, mi ipedisce di muovermi e mi fa soffrire.

ore 12,00 torno a casa e muoio. un'illuminazione mistica mi fa provare con il cerotto magico reduce da una simile incriccatura passata.
miracolo.
mi fa sempre male ma almeno non muoio più.

riesco a dormire,
sopravvivo a sabato.

domenica sto malissimo. non fa effetto niente. nessun trucco e nessuna droga.
alla fine stremata vado a dormire e faccio sonni tremendi: morti, omicidi, sguardi da pazzo che mi perseguitano, eccetera.

lunedì le cose vanno un po' meglio
i sogni folli continuano. più continuano i sogni, più l'artiglio si allenta.
ma non se ne va. è ancora lì.

chiunque tu sia, nemico invisibile e immaginario che mi hai artigliato la schiena, è ora che te ne vai che domani è il mio compleanno e di problemi ne ho già abbastanza.