giovedì 30 dicembre 2010

capitano tutte a me

non so se il mondo è pieno di matti, o se li incontro tutti io.

1) alla fermata dell'autobus, assisto al seguente scambio:
"ma dov'eri finita?"
"per non stare ferma, mi sono mossa"

2) in libreria, io tutta vestita con il cappotto i guanti e il cappello e la borsa a tracolla.
una signora mi si avvicina e mi chiede informazioni su collocazioni e prezzi dei libri.
alla mia faccia perplessa e alla frase "ma io non lavoro qui".
la signora, indica il mio petto e mi dice "ah, sa, avevo visto il cartellino".
avevo il patentino da guida appeso al collo.

3) al foro romano:
la bambina fibi, figlia piccola dei ricconi australiani che portavo in giro per roma, mangia i popcorn tenendo la busta con entrambe le mani e infilando tutta la faccia a bocca spalancata all'interno. dopo cinque minuti buoni di questa interessantissima operazione, alza il faccino pieno di briciole, mi porge il sacchetto dal contenuto insalivato e mi dice:"vuoi?"
no, grazie tesoro. improvvisamente mi viene da vomitare.

martedì 28 dicembre 2010

cipolline in agrodolce e pentola a pressione

sono andata a trovare amica lu e l'ho accompagnata a comprare la frutta.

ho visto le cipolline belle, fresche e in confezione da single. non ho potuto resistere e le ho comprate. così una volta tanto uso anche la mia amata pentola a pressione che se no se ne sta lì a prendere polvere.

ecco la ricetta che ho seguito:

(le quantità indicate sono per un chilo di cipolline cioè per una cena con più persone. io avevo solo due etti e mezzo quindi fate voi le debite proporzioni).

1 chilo di cipolline già pelate
80 g di burro
3 foglie di alloro (se ce le avete)
3 chiodi di garofano (se ce li avete)
1 bicchiere di aceto
1 bicchiere di brodo (o un bicchiere d'acqua calda e mezzo dado)
4 cucchiaini di zucchero (anche di più se vi piacciono dolci)
sale

lavate le cipolline e fatele dorare nella pentola a pressione scoperta, a fiamma media, con il burro per 4-5 minuti. unite l'alloro, i chiodi di garofano, l'aceto, il brodo, lo zucchero e salate. chiudete la pentola e calcolate 8 minuti dal sibilo.
al termine se necessario fate restringere il sugo a pentola scoperta e a fuoco vivo.

bbbbooooooneeeeee!

domenica 26 dicembre 2010

facebook

il gatto puzzola è salito sulla tastiera e ha scritto il suo primo status di facebook:

flfsghlkvjnlantriuahgvhjvvkb

può voler dire "buon natale", ma anche "perché sei già sveglia e operativa all'alba del 26 dicembre?"

vado a lavorare, puzzola. ci vediamo dopo.

giovedì 23 dicembre 2010

natale

nella cucina di mamma in questi giorni (perché la mia è troppo piccola:

sformato di gobbi (cardi) in besciamella per sessanta.

tartellette al salmone per (soli) otto.

vol au vent ripieni di paté di fegatini alla umbra per centocinquanta (perché è buono e non è mai troppo).

nodini di filetti di trota sempre per otto.

gnocchi di semolino ai funghi q.b.

mancano ancora ventiquattro ore all'inizio dei banchetti e io sono giò stremata.

prettige kerstdagen allemaal!

martedì 21 dicembre 2010

nostalgia canaglia



ho tanta voglia di neve, biciclette, canali ghiacciati, amici pazzi, assoluta mancanza di stress, feste di natale alcoliche, drink dopo il lavoro, solitudine, sano egocentrismo, cene fuori, sushi buono, saldi prima di natale, mercatini col vino cotto, k, nan e coinquilina c, ...

ridatemi amsterdam.

o almeno datemi una settimana bianca.

domenica 19 dicembre 2010

finora

tra l'ultimo post e questo:

la malattia mi ha colpito con un megaraffreddore che non è passato con niente e mi ha provocato una settimana di implacabile malditesta da sinusite.

è arrivato il freddo polare ed ha persino nevicato a roma, anche se per un paio d'ore soltanto. ma dicono che da domani sarà di nuovo primavera.

ho avuto l'ennesima conferma che viene facilissimo ai più approfittarsi della disponibilità altrui (nella fattispecie la mia) e questo mi provoca dei moti di odio indicibili.

ho ricevuto i primi tre regali di natale e finora il punteggio è: regali carini 3 - regali brutti 0. speriamo continui così.

i turisti francesi mi dicono sempre come parlo bene, peccato che non conosco le parole più elementari e fuori dai tour non spiccico parola.

ho cucinato una cena buonissima per ospiti stupendi che l'hanno apprezzato.

sono andata a cena fuori con amici nuovi, sono stata molto bene e mi sono rappacificata col mondo nel giorno in cui odiavo tutti.

il mio figlioccio che non vedo mai sa chi sono e in fondo mi vuole anche bene e finora ho azzeccato tutti i regali che gli ho fatto (e d'altronde le madrine servono a fare bei regali).

mi sono ricordata che le feste di natale dell'ufficio a roma sono molto diverse da quelle olandesi perché qui non ci si ubriaca e non si pomicia con chiunque.

adesso sono pronta per una nuova settimana.

mercoledì 8 dicembre 2010

incontri

ieri sera tardi, quasi oggi.
il mio quartiere è grande centro di vita sociale, trovare parcheggio per la macchina la sera quindi molto difficile. soprattutto in una serata prefestiva, soprattutto in concomitanza con il giorno della festa rionale.
di ritorno da una cena ho cercato posto per 50 (dico cinquanta) minuti.
la frustrazione cresceva anche perché almeno tre macchine hanno parcheggiato davanti ai miei occhi. cominciavo a pensare di aver sbagliato ritmo e che quindi non ce l'avrei mai fatta, ero destinata a passare la notte in macchina in coda dietro qualcuno che invece trovava posto. (un po' come quando prendi tutti i semafori rossi e sai che se fossi partito due minuti prima o dopo li avresti trovati invece tutti verdi).
finalmente il miracolo si è compiuto. un posto libero, non in divieto di sosta, lungo esattamente quanto la mia macchina.
o la va o la spacca mi dico.
comincio la manovra e, doppio miracolo, quello dietro a me se ne va anche lui. e occupava uno spazio enorme.
a parcheggio avvenuto mi accorgo di uno strano segno fatto con lo scotch da pacchi che termina esattamente sotto la mia ruota posteriore.
mi rendo conto che sono pericolosamente in zona mercato e che quindi quel segno potrebbe avere un qualche significato. sposto la macchina in avanti per lasciare libera quell'area.
a questo punto davanti a me c'è ancora posto per un suv e mezzo e dietro per un paio di motorini.
arriva uno su una vecchia panda che vuole parcheggiare davanti a me (e c'entra tre volte) ma vuole che io mi faccia indietro.
mi sposto riluttante ma rimango in macchina e, quando lui finisce la manovra, mi faccio avanti di nuovo. spengo il motore e mi preparo a scendere.
mi trovo il tizio della panda davanti che mi dice:
"dietro c'è un sacco di posto"
io guardo il metro libero tra la mia macchina e la sua e dico:
"mi scusi, sono troppo vicina? non ce la fa a uscire?"
"no - mi fa lui - per me non c'è problema. dico per lei"
ma che ti frega? penso io.
"guardi - gli dico - siccome domani c'è il mercato, ho pensato che forse quel segno per terra è importante. siccome non vorrei che mi portassero via la macchina, ho deciso di parcheggiare un po' più avanti"
"quel segno non ha valore"
"lo penso anche io, ma meglio essere prudenti, no?"
"ma glielo dico io signorina, quel segno non può avere nessun significato ufficiale"
lo so anch'io questo, mio caro. ma anche se non me la portano via e me la danneggiano i bancarellisti abusivi non è che mi fa piacere, no!?!
"sa com'è - rispondo - visto che non dà fastidio a nessuno... a meno che non dia fastidio a lei..."
"no no. per me va bene. io dico per lei. dietro c'è troppo spazio."
"ecco, io preferisco così. grazie mille per la sua gentilezza. buonanotte".
finalmente riesco a chiudere la portiera e allontanarmi.

oggi non ho il coraggio di andare a ocntrollare se la macchina c'è ancora o se invece non ci abbiano parcheggiato sopra un tir.

venerdì 3 dicembre 2010

piena

in questi giorni il tevere è in piena.
quello che si vede a destra nella prima foto è quello che (non) si vede di fronte nella seconda: il terrapieno con piattaforma che gira intorno all'isola tiberina.



ottobre




dicembre

fa un po' paura, eh?

giovedì 2 dicembre 2010

inquilini

quando stavo ad amsterdam avevo un'ospite nella casa di roma.
lei viene di germania e parla un italiano buffissimo.
ad un certo punto se n'è andata per un paio di mesi (anche perché io rivolevo la casa per l'estate) ma ha detto che sarebbe tornata sicuramente e mi ha chiesto se poteva lasciare una borsa di cose sue.
io ho detto certo che problema c'è.
quando sono tornata per le vacanze ho scoperto che la borsa erano in realtà due valigie, una piccola e pesantissima e l'altra enorme ma molto leggera, ed un wok.
pazienza, mi sono detta, tanto è per poche settimane, non mi da nessun fastidio.

peccato che non è mai tornata. né a vivere da me, né a riprendersi le cose.
un mese fa le ho scritto: viettele a prendere.

ieri finalmente è venuta.
mi ha telefonato, sono scesa, le ho consegnato il malloppo. ci siamo baciate affettuaosamente. è salita in macchina e se n'è andata.

prima di allora io l'avevo incontrata una sola volta.
forse per questo, dentro di me si è insinuato il sottile dubbio.
era lei per davvero? oppure una signora tedesca qualsiasi che ho incontrato per caso davanti all'ascensore al piano terra del mio palazzo si è impadronita delle sue cose?

non saprò mai la verità.

martedì 30 novembre 2010

delirio organizzativo

"organizziamo una pizza per la fine del corso per diventare creativi?"
"sì sì che bello dai dai"
"quando la facciamo?"
"..."
"lunedì dopo l'ultima lezione?"
"no... io assolutamente non posso lunedì"
"neanch'io"
"neanch'io"
"io no"
"io no"
"allora martedì?"
"no"
"no"
"no"
"allora mercoledì?"
"io sì"
"io no"
"io sì"
"io no"
"allora giovedì?"
"sì"
"sì"
"sì"
"ma... per me sarebbe meglio... ma no, va bene giovedì"
"allora deciso?"
"deciso"
"mi raccomando, manda un'email con la comunicazione. ma sii decisa, non offrire alternative"
"ok"

email:
- cari collegucci del corso, andiamo a mangiare la pizza giovedì
- sì
-
- no
-
-
- ma non si può lunedì?
- ma lunedì è meglio
- ma io
- ma io
- ma forse
- ma perché giovedì?
- ma facciamo lunedì?
- sì!!!!!!!
- sì!!!!!!!
- sì!!!!!!!
- sì!!!!!!!
- sì!!!!!!!
- ma perché non avevamo detto lunedì da subito?

e alla fine, dopo consultazioni frenetiche e ottocento email, lunedì pizza fu.

domenica 28 novembre 2010

hp

io amo erripotter, i libri e i film.

in attesa di vedere il nuovo film mi sono fatta un ripassino.

ad eterna memoria voglio mettere qui questa locandina davanti alla quale mi commuovo:





















devo ammettere poi che anche l'attore non è malaccio (per quanto un po' bassino) e quindi beccatevi questa:


venerdì 26 novembre 2010

ehi tu,

ragazzo carino con i capelli molto corti e la barba un po' lunga che ieri sera eri sul tram 19 sotto il diluvio universale e che mi hai guardato insistentemente e sfrontatamente quando sono salita,

non ti credere che non ti ho visto, sai?
e non ti credere che non mi sono accorta che hai cambiato posto quando io mi sono seduta, così eri sempre più o meno di fronte a me.

ti ho visto eccome.
ma tu questo lo sai, perché hai visto benissimo che anche io guardavo te.

peccato che facevamo a gara a chi distoglieva prima lo sguardo quando ci coglievamo in flagrante a vicenda.
e soprattutto peccato che non sei sceso anche tu alla mia fermata.
quasi quasi ci avevo sperato.

alla prossima

martedì 23 novembre 2010

generatore

ieri sera stavo guardando degheits, nuovo telefilm sui vampiri.
(ebbene sì, potevo scegliere di essere intellettuale e invece no, ho scelto di essere massificata e mi sono guardata il telefilm)

a metà della seconda puntata consecutiva la luce nel mio appartamento si è abbassata e poi ripresa.
ho pensato prima di avere una malattia gravissima agli occhi e poi di essermelo sognato.

due minuti dopo è saltata la luce.
un black out totale del mio palazzo e di tutto l'isolato ma non dell'illuminazione stradale né del palazzo di fronte.

mi sono affacciata sul pianerottolo per vedere cosa succedeva e c'era un gran rumorio di porte che si aprivano e chiacchiere tra vicini.
ho richiuso la porta per evitare che il gattopuzzola decidesse di scappare di casa (non volevo provare l'esperienza di rincorrere un gatto nero giù per le scale di un palazzo di quattro piani immerso nel buio, per di più con tutte le porte degli appartamenti spalancate sul buio).

ho acceso la torcia elettrica e ho passato il tempo giocando con lei che inseguiva il fascio di luce.
aspetta che aspetta, la luce non tornava.

il cellulare era scarico, la batteria del portatile pure, il cordless senza corrente elettrica non funziona.
sono andata a dormire.

mi sono svegliata alle sei con tutte le luci accese.
mi sono svegliata di nuovo alle otto e ho scoperto che c'è un enorme autoarticolato parcheggiato sotto le mie finestre con un generatore elettrico dentro e dei cavi neri enormi e lunghissimi che escono.

ho scoperto che nel mio cortile c'è una centralina elettrica che serve tutto l'isolato (e sembrerebbe anche un altro mezzo quartiere) e che ieri sera ha deciso di rompersi.

evviva la ditta di noleggi cinematografici che ha fornito il generatore.

sabato 20 novembre 2010

il cane nero

qualche tempo fa un ragazzo e un cane mi hanno ispirato la storia del compito finale del corso per essere creativi.
ecco qui di seguito la mia creatura. i vostri commenti (soprattutto se positivi) sono graditi.

Mentre leggevo il giornale e giocherellavo con il manico della tazza, ma non bevevo il cappuccino perché l’odore di caffè e inchiostro mi dava un po’ la nausea, nel frattempo pensavo che forse mi sarei dovuta preoccupare di questa cosa di non riuscire a mangiare perché l'odore del cibo mi fa stare male.
In quel preciso momento, mentre pensavo tutte queste cose, ho sollevato gli occhi come rispondendo a un richiamo e sapevo già da che parte guardare.

L’ho visto attraversare il parco venendo verso di me, con il cane nero incollato dietro. Avanzavano con lo stesso passo, con la stessa stanchezza. L’ho guardato sprofondare nella panchina verde giardinetto polveroso qui davanti, proprio sotto l’albero alla destra del chiosco, e guardarsi intorno, corrucciato, con la barba lunga e le scarpe grigie di terra e di polvere. E l’ho spiato mentre lottava per tenere gli occhi aperti, perché fossero ancora vigili, passandosi le mani sul viso come per togliersi di dosso chili di fatica. Ho osservato come indicava al cane il punto esatto in cui accucciarsi e come poi ha sciolto le gambe distendendole, abbassato le spalle, infilato le mani nella tasca della felpa, appoggiato la testa all’indietro e chiuso gli occhi. E ho notato il suo viso contrarsi in uno spasmo di dolore prima di distendersi.
E allora mi sono chiesta, come se le domande fossero state scritte sulla pagina del giornale che avevo appena posato davanti a me:

“Chi sei? Da dove vieni? Quanto tempo è che non dormi? Da quanto tempo cammini e non ti fermi? Potrei fare qualcosa per te? Potrei aiutarti?”.

Ora, se io fossi il personaggio di un libro o di un film, o semplicemente se non fossi me stessa, adesso mi alzerei da questo angolino confortevole e riscaldato dal sole, andrei a sedermi accanto a lui su quella panchina. Anzi, non solo andrei lì a sedermi accanto a lui, ma accarezzerei i suoi occhi stanchi e poi lo abbraccerei. Perché quello che ho sentito prima, quando mi ha costretto ad alzare la testa, era la sua richiesta di aiuto, il bisogno di qualcuno che gli facesse compagnia anche solo per un po'. E resterei con lui, così potrebbe dormire in pace.
Oppure, se fossimo in un altro film, semplicemente andrei lì e gli chiederei di raccontarmi:
“Cosa ti è successo? – gli direi – Da cosa scappi? Chi ti ha fatto cosa? E adesso dove vai?”.
E poi gli offrirei un caffè, un panino, una birra. E lui avrebbe una storia incredibile da raccontare: guerre, amori, odi, amici, spade, draghi e cavalieri. Oppure invece non direbbe nulla, ma comunque alla fine avrebbe gli occhi sorridenti e alzandosi mi farebbe un inchino di saluto e mi direbbe:
“È stato un piacere conoscerti”.
E chiamerebbe il cane nero con un fischio e se ne andrebbe con il cappuccio in testa, le spalle curve e il cane alle calcagna.
Ed in entrambi casi, avrebbe fatto di me una persona migliore.
Ma questo non è un film né un libro ed io ho troppe cose da perdere. Ho degli appuntamenti a cui andare, degli orari da rispettare, non posso fermarmi a parlare con uno sconosciuto. Anche se non riesco a smettere di guardarlo e non so cosa darei per mandare tutto al diavolo e restare qui con lui.
E quindi rimango qui, seduta a questo tavolino di un caffè all'aperto, con il sole che mi scalda le spalle in questa mattina di aprile a novembre, stanca fino nei miei capelli raccolti e nel mio filo di perle. E, mentre dovrei solo ingannare il tempo prima del prossimo appuntamento di lavoro, inspiro per respirare l’aria che uno sconosciuto sta respirando e mi brucio gli occhi a furia di fissare i contorni del suo viso.
“Non ci vorrebbe niente – mi dico – Sul serio, basterebbe così poco”.
Ma no, non posso farlo. Non posso muovermi da qui.
“Perché non so chi è né da dove viene” rispondo a me stessa.
E anche se non lo dico, anche se non lo penso nemmeno, ho paura di lui.
I minuti passano e io dovrei andare e invece rimango qui; controllo continuamente l'ora e guardo con odio il telefono che ogni tanto vibra nella borsa aperta sulla sedia accanto alla mia. Non leggo nessuno dei messaggi e delle e-mail che continuano ad arrivare come sempre e come se niente fosse.
Ma dopo dieci lunghissimi minuti alla fine mi arrendo, smetto di fantasticare e comincio a radunare le mie cose: è ora di andare.
Mentre cerco il portafogli nella borsa con una mano sola e l'unico rumore che sento è quello delle maglie rigide del bracciale che tintinnano, il mio sconosciuto improvvisamente si riscuote. Si tira su, mi guarda e mi sorride; fa un fischio al cane che si alza in piedi e si sveglia scuotendosi tutto dalla punta delle orecchie a quella della coda, e si allontana dandomi le spalle.

giovedì 18 novembre 2010

wonderland

cose belle viste nel corso di un weekend romano in compagnia di coinquilina c:



l'isola tiberina di notte


la cripta sotto santa maria in cosmedin


fontana di trevi - in alto



fontana di trevi - in basso

martedì 16 novembre 2010

le straordinarie avventure del gatto puzzola

questo episodio si potrebbe intitolare:
"il gatto puzzola e i veterinari"

quando è stata male ad agosto la nostra eroina è stata prima visitata dalla dottoressa biondaecarina, gentile ed efficiente ma un po' stanca e provata da una serie interminabile di ore di turno consecutive.

la dottoressa biondaecarina l'ha affidata al dottore menageatruà che, diagnosticata la malattia, ha deciso per il ricovero nell'ospedale dei gatti. il dottore è (evidentemente) un luminare e come tutti i luminari è un po' scostante e sfuggente quindi non di molto conforto per una povera mamma ansiosa quale sono io.

per fortuna, la capa del reparto degenza dell'ospedale era la dottoressa congliocchitristi che si è presa a cuore il caso umano (la sottoscritta) e quello felino (il gatto puzzola). noi eravamo tutte contente, puzzola è stata dimessa dall'ospedale, la vita ci sorrideva.

all'improvviso la dottoressa congliocchitristi è andata via perché ha cambiato città e le sorti mediche della protagonista sono state affidate di nuovo al dottor menageatruà che è sempre sfuggente ma in fondo è un buono e quindi pensavamo di aver trovato di nuovo una sorta di equilibrio.

una settimana fa il dottore ci dà appuntamento telefonico per oggi. dice "mi chiami, mi ricordi chi è lei e chi è il gatto (grazie dottore, grazie per avere così a cuore il nostro caso) e poi ci mettiamo d'accordo sull'orario in cui deve venire mercoledì per fare la visita di controllo".

oggi chiamo:
"vorrei parlare col dottore"
"oggi non c'è"
"strano, mi aveva dato appuntamento... domani lo trovo?"
"un attimo che chiedo .... (rumore di sottofondo) .... no. per ora non torna"
"cioè, devo chiamare la settimana prossima?"
"no. non torna più".

e quindi siamo state dirottate di nuovo sulla dottoressa biondaecarina che ci ha dato appuntamento per sabato.
sembrava un po' preoccupata.

forse ha capito che la maledizione del gatto puzzola fa scomparire tutti i dottori che toccano la sua gabietta.

mercoledì 10 novembre 2010

firenze

amica jen di jen e le holograms mi ha scritto un'email un mese fa dicendo:
"io sarò a firenze per lavoro il giorno tale. visto che l'italia è un paese minuscolo e che quindi roma e firenze sono praticamente la stessa cosa e lo stesso posto, ti va di venire e ci incontriamo e dormi nell'hotel superlusso con me tanto non pago io che bello che bello?"

e così domenica sono andata a firenze e lunedì sono tornata. ho passato ventiquattrore da turista americana a base di shopping e cibo (e niente arte né cultura per carità che a firenze ci sono già stata dieci anni fa, e mi basta - ha detto lei) e quindi:

ho preso il treno con il panino da emigrante ma l'alta velocità è una cosa seria ed erano tutti silenziosi e mi sono vergognata molto e comunque mi sono mangiata il panino, ma non le patatine in busta perché facevano troppo rumore.
sono arrivata a firenze sotto il diluvio e, visto che avevo un paio d'ore prima di trasformarmi in turista, mi sono vista un paio di chiese.
finalmente insieme ci siamo abbracciate e baciate e poi siamo partite in un turbine di shopping (tre borse e due sciarpe in meno di un'ora, al mercato e sotto il diluvio) e alcol (aperitivo costosissimo nel caffè fichissimo che non mi ricordo come si chiama davanti al duomo).
siamo andate poi a cena con le colleghe (le holograms) e abbiamo vagato per mezza città per poi arrivare in una trattoria buonissima e mangiare ribollita, timballo di piccione, prosciutto, patate fritte, mozzarella di bufala (a firenze? beh, è sempre italia no!?), tortellini, tiramisu ai cachi, torta di meringa e creme caramel, tutto rigorosamente diviso in parti uguali.
la mattina dopo, non paghe e sempre sotto il diluvio, la colazione luculliana dell'hotel (che si sarà pur stato un motivo se era un quattro stelle) con uova e pancetta, yogurt, muesli, tortine diriso, macedonia, cornetti, caffè, succo d'arancia, eccetera eccetera.
per digerire, abbiamo fatto shopping a ponte vecchio che loro chiamano the gold bridge, il ponte d'oro.
j (leggendo la targa) "mmm... ponte vecio (perché sono mezza italiana quindi leggo l'itliano), the gold bridge... quindi vecio significa d'oro?"
p "no, vecchio significa vecchio. è che i turisti (ammericani probabilmente) gli hanno cambiato nome. un po' come hanno fatto con piazza di spagna a roma che solo voi chiamate le scale spagnole"
j "ahahahaha che ridere"
(ma che c'è da ridere, boh)
per riprenderci dalla conversazione intellettuale, sotto la pioggia e con un freddo cane, niente di meglio di un gelato (che io ho ovviamente mangiato e poi mi sono morta di freddo per il resto della mattinata. ci sarà un motivo se in questo paese civile il gelato d'inverno non lo mangiamo, no?)
poi purtroppo era ora di ripartire.
altri baci e abbracci e di nuovo sul treno.
stavolta niente panino. stavolta però l'alta velocità era molto più plebea e tutti mangiavano e facevano casino. allora mi sono mangiata le patatine che avevo ancora in borsa.

sono tornata da due giorni e ancora devo digerire.

sabato 6 novembre 2010

thank you

volevo porgere i miei più sinceri ringraziamenti al ragazzo con il cane nero che questa mattina ha preso il tram con me. lui non lo sa ma io stavo facendo i compiti del corso per essere creativi e mi ha svoltato il lavoro finale.

tenchiu tenchiu veri matc. se non fosse per te non sarei qui ora.

venerdì 5 novembre 2010

superstar

eccomi appena tornata da una serata a teatro.
c'erano un gruppo di fricchettoni esaltati che cantavano e ballavano, un santone probabilmente preso in mezzo ad una cosa più grande di lui, un povero cristo che si chiama giuda, max gazzè in giacca di lustrini, mario venuti in tenuta sadomaso, un mangiatore di fuoco, una donna sui trampoli, la morte, falcone e borsellino, i dirotta su cuba.

eppure quando lei canta "io non so in che modo amarlo" o anche "va tutto bene". o quando lei e simone cantano "possiamo ricominciare da capo?" mi sono commossa.

ps: non avevo assunto sostanze illecite e non mi sono neanche addormentata sulla poltrona: ho visto il musical di jesuschristsuperstar. è stato stupendo. lo raccomando caldamente.

lunedì 1 novembre 2010

buoni presentimenti

oggi dovevo andare a lavorare anche se era festa e anche se pioveva. però l'avevo presa bene ed ero tutta contenta.
in fondo era il mio tour preferito, quindi perché no!?! mica era il vaticano in francese! avevo il presentimento che sarebbe andato tutto bene.

e invece mi sbagliavo. mai fidarsi di simili presentimenti.

innanzitutto, mentre andavo la pioggerella autunnale si è trasformata in una pioggia a catinelle. poi, mentre arrivavano i turisti, non potevo reggere soldi, carte e ombrello tutto insieme e quindi mi sono bagnata ben bene.
poi il gruppo si è rivelato subito surrealissimo. i più normali erano la madre e il figlio cino-svedesi.
poi il ragazzo che porta le radioline col microfono con cui i turisti sentono la mia voce si è presentato con mezz'ora di ritardo.
poi è venuto fuori che non aveva il microfono.
poi, quando io ho urlato al telefono col suo capo che cercava di rabbonirmi (rabbonire me!!!????), ha detto che me lo avrebbe portato alla prossima tappa e così ho perso un altro po' di tempo.

poi ha diluviato sempre e ovunque.
poi il pantheon era chiuso e alle quattro e mezza era già buio complici la pioggia e l'ora solare.

e alla fine non mi hanno neanche dato la mancia.

per fortuna adesso vado a cena al ristorante indiano. magari il buon presentimento si riferiva a questa parte della giornata!

domenica 31 ottobre 2010

franzosi

dopo anni e anni di astinenza (più o meno volontaria), ieri ho ricominciato a lavorare con i turisti francesi.

in linea generale, io fingo di ignorare la lingua e obbligo gli amici francofoni a parlare italiano, ma in realtà non me la cavo troppo male. ma comunque, lavorare è un'altra cosa. e poi i francesi si sa... (cosa si sa? decidete voi che qui ci sono francesi che leggono il blog).

in preda all'ansia ho passato il pomeriggio e la sera di venerdì a memorizzare parole di importanza fondamentale per condurre una visita guidata decente nei musei vaticani (e poi sabato ne avessi utilizzata una che fosse una) e così ho imparato che:

clava si dice massue
nipote si dice neveu ma livello si dice niveau (e la differenza nella pronuncia ovviamente mi sfugge completamente)
mosè si chiama moìse con l'accento sulla i
pietro si chiama pierre come la pietra (e così la frase tu sei pietro e su questa pietra... che in italiano fa un po' ridere, si traduce perfettamente. forse gesù parlava francese?)
troia (la città) si dice troie (e si legge trua come il numero tre). ma come si dirà troiano? al momento mi sfugge.

però non avevo idea di come si dicesse dea della fertilità né di come si dica seni o testicoli e così, davanti alla statua dell'artemide efesia, ho elegantemente glissato.
non sapevo neanche che gradino si dice marche (ed è una parola che utilizzo almeno ottocentosessantamila volte in ogni visita guidata anche se non saprei dire perché). per fortuna me l'hanno insegnato i turisti ed era abbastanza facile da memorizzare, così l'ho chiesto solo le prime cinquecentoventitre volte, poi me lo sono imparato.

devo ammettere che lo choc culturale c'è stato comunque. i francesi sanno (o fanno finta di sapere) un sacco di cose. e fanno domande intelligenti. e poi sono umanamente empatici! cioè cose incredibili del tipo si offrono di tenerti la borsa quando tu cerchi di toglierti la giacca mentre parli nel microfono, tieni alta l'antennina così possono seguirti e nel frattempo cammini fendendo la folla. c'ero talmente poco abituata che quasi quasi mi commuovevo.

alla fine sono sopravvissuta.
e l'unica rimostranza che mi è stata fatta è che sbagliavo a pronunciare il numero diciassette (e allora tutto il resto era giusto!?!?! evviva!).

martedì si replica.
che dio ce la mandi buona.

mercoledì 27 ottobre 2010

mortificazioni

la mia maestra del corso per essere creativi ha cambiato una mia creazione, rendendola diversa da come l'avevo pensata e voluta e me l'ha restituita dicendo "così è più bella".
peccato che non l'hai migliorata, l'hai cambiata e ora non è più quello che avevo creato io!

mi sembra di essere tornata alle elementari: la mia maestra lo faceva sempre. e diceva anche frasi educative del tipo "guarda che schifezza, vediamo come renderlo più bello".

aoh! ma mica c'ho più sette anni io!

giovedì 21 ottobre 2010

arrivano gli unni

(detto con affetto, sia ben chiaro)

oggi cala su roma l'orda barbarica.
un gruppone di amici olandesi arriva per un weekend romano.

che poi di olandese ce n'è solo una, gli altri sono ammericani, inglesi, sudafricani, non pervenuti (qualcuno non c'ho proprio idea) e c'è anche un'italiana oltre a me.

loro si aspettano la roma di juliaroberts in eatpraylove e cioè un paese "doo sole" con le tovaglie a quadretti dove si passa il tempo a bere prosecco e si mangiano pizza e gelato a qualsiasi ora.

io ho preparato invece un intensissimo programma culturale in cui non c'è tempo per mangiare (e sicuramente non il gelato di mattina che, come tutti sanno, semplicemente non si fa. come il cappuccino di pomeriggio).

arrivano stasera.
se da domani avvistate un gruppo multietnico in pantaloncini e infradito (visto il freddo che fa in olanda in questi giorni, i nostri miseri a malapena 20 gradi sembreranno un paradiso), rumoroso come la peggiore gita scolastica liceale, ebbene: saremo noi.

probabilmente dove passeranno loro poi non crescerà più nulla (sicuramente non ci saranno più cibo e alcol).
forse è meglio se vi chiudete in casa tutto il weekend.

martedì 19 ottobre 2010

ma come fate?

il mondo, voi tutti lo sapete, si divide in due grandi categorie: i mancini e gli altri cioè i destri o destrimani o destrali come dice mia nipote grande.

ma il mondo dei mancini, del quale io faccio orgogliosamente parte, si divide in una miriade di piccoli movimenti interni che spesso sono apertamente in contrasto gli uni con gli altri (e qui mi viene in mente una neanche troppo sottile similitudine politica che però tralascerò).

per esempio c'è chi non sa fare NIENTE con l'altra mano e chi invece, come me, un po' fa.
c'è chi inverte le posate nelle mani per usare il coltello, come fanno i destri, e chi invece usa il coltello con la destra, eccetera.

una cosa che accomuna tutti noi sinistri però è sicuramente che nessuno sa scrivere con il foglio dritto e su righe perfettamente orizzontali. per il semplice ed unico motivo che, altrimenti, non vediamo cosa scriviamo perché la mano copre la riga.

però io (e un' esigua minoranza con me) scrivo ruotando il foglio verso destra e quindi dall'alto in basso riproducendo per quanto possibile il modo di comporre le lettere diciamo "normale". e comunque non credo sia un caso che negli alfabeti e nelle lingue in cui si scrive in verticale si scriva dall'alto verso il basso, o no?

invece la maggior parte dei mancini scrive ruotando il foglio verso sinistra e quindi non solo dal basso verso l'alto ma soprattutto scrivendo le lettere da sopra.

ora io vi chiedo, voi tutti mancini che scrivete così, ma come fate? come potete? come ci riuscite?
ma soprattutto tu, ragazza accanto a me sull'autobus che oggi pomeriggio hai scritto per mezz'ora formule matematiche complicatissime e per di più da sotto in su: come fai a leggere quello che scrivi senza girare il foglio?

qualcuno mi illumini.

mercoledì 13 ottobre 2010

progetti

l'altra sera ho visto alla tele il film julie e julia o come si chiama.

c'è meryl streep che fa la signora degli anni cinquanta con la voce sgradevole e sempre alticcia (oppure ha solo la voce sgradevole, queste sono le sottigliezze che mi sfuggono quando guardo i film in versione originale) e poi c'è quest'altra tipa, julie che cucina le ricette di meryl streep e ci fa un blog. si inventa un progetto ,di cucinare in un anno tutte le ricette del libro di julia/meryl, e ne scrive un blog.

ora, il film non è niente di che.
però la cosa del progetto mi è piaciuta.

allora pensavo che forse mi ci vorrebbe anche a me un progetto blogghico o blogghesco, da aggiungere alle altre cose "interessanti" (come avrebbe detto qualcuno "per la serie mai più senza") di cui scrivo qui.

ed è dall'altro giorno che ci penso.

ma le ricette l'ha già fatto lei e lo fa un sacco di gente (anche kiattacicova che però non aggiorna mai il blog).
le fotografie lo fa già la mia amica gio ed è molto brava (come si vede qui).

allora... vorrei avere un'idea originale...
allora... allora mi serve un'idea.

domenica 10 ottobre 2010

l'estate sta finendo...

... e quindi posso cucinare.


l'estate fa troppo caldo, soprattutto nel mio appartamento fornetto (quindi al massimo posso far bollire l'acqua per la pasta), ma adesso che le temperature si stanno abbassando posso finalmente dare sfogo alla fantasia e ai desideri.

così, siccome avevo voglia di ciambellone allo yogurt da mesi, oggi ho fatto i muffin di ciambellone, come si vede sopra.

ecco la ricetta del ciambellone allo yogurt (che poi ho cotto negli stampini per i muffin):

1 vasetto di yogurt alla frutta
1 vasetto di olio
2 vasetti di zucchero
3 vasetti di farina
3 uova
1 bustina di lievito

buono!
penso che farò cena così.

sabato 9 ottobre 2010

ignoranza

oggi una alla televisione, per rispondere ad un quiz, doveva dire scegliendo tra quattro possibilità come si chiamavano "le bellissime dee della natura e dei boschi".
legge le quattro proposte e, serissima, dice: "spesso di una bella donna si dice che è una ninfea. quindi scelgo le ninfe".
e poi, ovviamente, tutta contenta ha indovinato.
ma di una bella donna si dice che è un NINFA ignorante, non una NINFEA!

e mi è venuto in mente che quando ero bambina i miei genitori raccontavano di una tipa che diceva "campanello di gente" invece di capannello.

lo so, sono cattiva.
ma loro so' gnoranti.

mercoledì 6 ottobre 2010

curiosità

ho apppena scoperto che scarafaggio in olandese si dice kakkerlak.

lo trovo stupendo.

e mi domando: si tratterà di qualsiasi scarafaggio oppure dello stercoraro?

compiti

al corso per diventare creativi ci hanno detto di scrivere l'inizio di un racconto che cominciasse così:

SOLA A CASA, CON TUTTA LA NOTTE DAVANTI, DECISE CHE ERA ARRIVATO IL MOMENTO DI APRIRE…

bada bene, noi dovevamo scrivere solo l'inizio della storia ed utilizzare una quantità limitata di caratteri.
questo è quello che ho scritto io:


( sola a casa, con tutta la notte davanti, decise che era arrivato il momento di aprire) le persiane, affacciarsi alla finestra e dirgliene quattro al tipo che abitava dall’altra parte della strada e che ogni notte la teneva sveglia ascoltando musica a tutto volume. Il pensiero di un’altra notte insonne, da sola, rigirandosi nel letto, le fece decidere: avrebbe aperto la finestra, si sarebbe affacciata e gliele avrebbe cantate.
Non sapeva chi fosse il misterioso vicino di fronte, anche se lo aveva spiato più volte attraverso le finestre aperte. Adesso però, una volta precipitatasi alla finestra e spalancato con impeto le persiane, le restava da decidere cosa fare. Cominciò quindi a valutare le diverse possibilità...

la settimana prossima devo consegnare.

lunedì 4 ottobre 2010

pensavo...

mi sono iscritta a un corso per ampliare le mie capacità creative.
risultato: non ho più creato niente e neanche aggiornato il blog.

forse non è stata una grande idea :-(

martedì 21 settembre 2010

vecchio, diranno che sei vecchio...

... cantava renato zero.

ebbene sì, oggi mi sento vecchia.

alla fermata dell'autobus c'era una mandria di preadolescenti rumorosi e molesti ed io innanzitutto mi sono estremamente rallegrata quando ho capito che non avrebbero preso il mio stesso autobus; poi avrei voluto redarguirli per aver strappato il manifesto di un evento culturale e perché giocavano con il pericolosissimo cassonetto giallo per i vestiti vecchi (come puntualmente hanno fatto le vecchiette che aspettavano con me alla fermata).

alla stessa fermata dell'autobus, mi sono spinta in mezzo alla strada per spiare l'eventuale arrivo dell'agognato mezzo e, quando un motorino stava per investirmi gli ho bofonchiato contro parole sconnesse e incomprensibili invece di togliermi dalle palle.

sull'autobus c'erano due ragazze, universitarie, che parlavano di film e pubblicità degli anni più recenti dicendo "ti ricordi, quando eravamo piccole?"

la commessa della pizza a taglio che dà del tu a tutti, mi ha dato del lei e chiamato signora.

aiuto. è la fine.

sabato 18 settembre 2010

quando cadrà il colosseo...

il venerabile beda diceva: "finché starà il colosseo starà roma, quando cadrà il colosseo cadrà anche roma e quando cadrà roma cadrà il mondo"

adesso ci sono due artisti un po'pazzi (thyra hilden e pio diaz) che hanno deciso di mandare (virtualmente) a fuoco monumenti in diverse parti del mondo. in questi giorni tocca al colosseo ed io ieri sera sono andata a vederlo con i miei amichetti, come si vede qui sotto.


venerabile beda, dici che dobbiamo preoccuparci??

venerdì 17 settembre 2010

il troppo stroppia

certe cose non si fanno. per nessun motivo. e non hanno scuse.

a maggior ragione se sei un uomo di mezza età, se sei italiano (perché i nord europei si sa che fanno cose indicibili) e ti credi pure un fico.

da dove comincio?

innanzitutto non si portano i fantasmini con le scarpe di cuoio.

ed è inutile che provi a rendere più interessante il giubbotto giallo uovo di cotone sollevandone il colletto, non si può guardare e basta.

inoltre, anche se hai gli occhiali con le lenti fumè azzurre, lo zainetto della giornata mondiale della gioventù no, non lo puoi usare.

caro signore incontrato per caso nella metro: una di queste mancanze forse te l'avrei perdonata, l'avrei notata ma te l'avrei perdonata. ma tutte insieme non posso. il troppo è troppo.

giovedì 16 settembre 2010

manifesto


questo l'ha pubblicato una mia amica di facebook.
vorrei farlo mio e quindi lo pubblico qui.

(amicalu, lo so che questo non è un vero post... ma meglio di niente, no?)

venerdì 10 settembre 2010

barriere linguistiche

certe volte penso di sapere bene l'inglese.

certe altre, invece, no.

negli ultimi due giorni:

- una signora americana mi ha fermato in libreria (perché mi ha sentito parlare in inglese con un'amica olandese) e mi ha chiesto:

"scusi signora, mi saprebbe dire per caso dove posso trovare le riviste sul sesso?"

io sono rimasta un po' interdetta e poi le ho risposto "guardi, credo proprio che in questa libreria non ci siano, comunque chieda pure ai librai, parlano inglese".

(la mia amica olandese mi ha poi confessato che la signora aveva chiesto dove poteva trovare "la sezione riviste" cioè section magazines, non sexual magazines come avevo capito io!)

- una turista, durante il tour, a piazza venezia, mi chiede se c'è un buon ristorante vicino al colosseo.
le spiego che ce ne sono diversi al celio e che è meglio se sceglie uno di quelli nelle stradine secondarie altrimenti le fanno pagare un sovrapprezzo per la vista panoramica.
lei mi dice "grazie grazie è proprio l'informazione che cercavo".

quando arriviamo al colosseo mi ripete la domanda. solo allora capisco che voleva un bagno, non un ristorante (restroom, non restaurant). quindi io le avevo consigliato di scegliere un bagno senza vista panoramica.

e vabbè.

martedì 31 agosto 2010

mai da sola

la sfiga non viene mai da sola, ma sempre in serie di tre o cinque come le onde (regola del surf che ho imparato da un mercoledì da leoni, ma questa è un'altra storia).

dopo l'incredibile tragedia del gatto puzzola malato, io ne avevo abbastanza almeno per i prossimi dieci anni.
(il gatto puzzola è estremamente migliorato, tornato a casa dall'ospedale deve prendere milioni di medicine e fare delle flebo sottocutanee per le quali io temo di ucciderla due volte al giorno, ma va bene così).

manitù (o il fato o comelovoletechiamare) ha però deciso che, anche volendo riconoscere che io dovevo essere risparmiata, in qualche modo la sfiga si doveva pur sempre accanire sulla mia famiglia.

e quindi:
i genitori sono tornati con due giorni di anticipo dalla loro vacanza in austria per offrirmi sostegno morale e materiale e si sono beccati un mega ingorgo da bollino nero per cui il viaggio è durato una cosa come sedici ore invece che nove e alla genitrice è venuta la febbre non si sa se in relazione al viaggio.

la casa degli stessi genitori si è allagata due volte (una prima del loro rientro ed una oggi, in mia presenza) come in una puntata di ghostwisperer con l'acqua a fiumi che usciva dal lavandino (ma dal basso, dallo scarico) senza motivo e senza preavviso, solo che non c'erano fantasmi e soprattutto non c'era melinda gordon. per fortuna era acqua pulita e non fogna, ma pur sempre impressionante.

ora una serie di tre è completa. speriamo che questa non sia una serie di cinque (perché, dimenticavo di specificarlo, l'onda più grande è sempre l'ultima).

giovedì 26 agosto 2010

gatti

il gatto puzzola è gravemente malato e ricoverato all'ospedale dei gatti.
ho riflettuto molto sulla quantità smodata di amore che si può provare per una matassa di pelo nero, ma magari ne scriverò un altro giorno.

volevo invece soffermarmi su episodi e personaggi che popolano i miei pensieri e i miei orari di visita, in ordine sparso:

- la dottoressa di puzzola è magra, abbronzata e bella però simpatica e con gli occhi tristi.

- una notte ho sognato che avevano scambiato i gatti e che quello malato non era puzzola (ma puzzola poi dov'era? non si sa). l'ho raccontato all'infermiera che mi ha tranquillizzato e poi mi ha sputtanato con tutta la clinica così ora tutti mi prendono in giro.

- i compagni di stanza di puzzola sono toto il gatto trans (che ha dovuto essere operato e quindi prima era maschio ed ora è femmina), il gatto rosso che dorme sempre, il cattivissimo sancho panza (che c'ha i calcoli e però chi l'ha ricoverato non ha capito la citazione colta e quindi sulla scheda c'ha scritto cicciopanza) e il cane leo (che è il più piccolo di tutti e fa casino per tutti e quattro).

- tutti i gatti hanno una padrona e tutte le padrone sono molto più fashion ed eleganti di me.

- prima c'era tommi il gatto siamese (che ha perso la memoria in seguito ad un incidente e non ritrova più la strada di casa) e prima di lui sempre tommi gatto soriano che però sono già tornati a casa.

- il primo gatto tommi e il gatto rosso hanno intere famiglie che li vengono a trovare, nonni genitori e nipoti.

- il dottore che ha fatto l'ecografia a puzzola l'ha ipnotizzata cantandole roberta di peppinodicapri e lei si è fatta visitare senza piangere e senza scappare.

mercoledì 18 agosto 2010

come magda

oggi mi sento così, come nel film di verdone:

http://www.youtube.com/watch?v=qTxZOAC04RM

lunedì 16 agosto 2010

weekend ferragostano (e menomale che è finito)

sabato mattina volevo andare al mare, ma ovviamente pioveva. pioveva quella schifezza che a malapena bagna le strade e quando smette fa più caldo di prima.

poi nel pomeriggio il tempo si è rimesso. allora ho deciso di andare a prendere gli scatoloni del trasloco che erano rimasti ancora in campagna, ma ovviamente avevo un po'di mal di schiena che non è migliorato col trasloco.
sono incappata in una tempesta di vento, con i mulinelli di foglie (e cartacce) alti come un uomo e le raffiche che spostavano la macchina.
al ritorno, praticamente a casa, mi è venuto il dubbio di non aver chiuso la porta. e sono tornata indietro (per fortuna l'intero tragitto in condizioni di totale assenza di traffico è un'ora scarsa).

più tardi, in preda ad una crisi di ansia paranoica, ho tormentato la mia povera collega che avrebbe lavorato domenica al posto mio (cioè dovevamo lavorare entrambe ma erano previsti pochi turisti e quindi lavorava lei sola) perché avevo presagi nefasti ed ero convinta che sarebbe successo qualche disastro.

poi sono andata a cena con i parenti. è andato tutto bene (e dovevo capire che era solo la calma prima della tempesta): cena buona, compagnia simpatica,...
tornata a casa ho scoperto (immaginate come) di essere intollerante ai crostacei che avevo mangiato a cena.

poi, per la prima volta in vita mia, ho sofferto d'insonnia. mi sono addormentata alle 4 (e svegliata alle 8).

attribuendo questi disturbi all'ansia allo stress, ho deciso di andare a fare una lunga passeggiata. mi sono messa le scarpe da ginnastica appena recuperate da uno scatolone e sono uscita.
però la mia schiena non ha gradito il cambio di scarpe e nemmeno i miei piedi.
sono tornata a casa dopo mezz'ora con delle vesciche enormi.

non volevo passare la giornata a casa. volevo un pranzo di ferragosto, ma lo volevo sano.
ho deciso di uscire per comprarmi il sushi e mangiarlo sul prato a villa borghese.
non c'era un giapponese aperto.
tutti i bar e le caffetterie di villa borghese erano chiusi.

quindi sono andata a mangiare a termini le schifezze pseudo orientali (buone!). poi volevo fare shopping ma non ho trovato niente da comprare.

sono tornata a casa ed ho spettato di digerire il pranzo.

sono andata a cena fuori con i genitori, ma non avevo ancora digerito il pranzo per cui ho mangiato pochissimo (un disappunto!).

finalmente sono andata a dormire.

sabato 14 agosto 2010

proust (o almeno così mi hanno detto)

devo confessare che non ho mai letto proust. e si che ho letto un sacco di cose. devo dire a mia discolpa che ci ho anche provato, a leggere la recherche, ma era troppo noioso.

comunque, ultimamente un sacco di gente dice o scrive di queste madleine e di come certi odori, sapori ecc possono catapultarti indietro nel pieno dell'infanzia.

ovviamente capita anche a me.
potrei citare alcuni odori (lo zampirone, il letame, l'erba bagnata), dovrei concentrarmi un po' per trovare alcuni sapori (ma forse la pizza bianca del fornaio, quella con il sale grosso sopra, che ogni volta che la mangio mi viene una voglia tremenda di succo di frutta alla pesca -che tale era l'abbinamento), ma soprattutto mi succede con i luoghi.

ogni tanto, mi capita di trovarmi in un posto e di precipitare improvvisamente indietro di trent'anni. la cosa mi riempie sempre di entusiasmo e nostalgia.
l'effetto ovviamente è più forte la prima volta (anche perché avviene quasi sempre per caso e quindi è del tutto inaspettato), ma si ripete sempre anche se torno sul luogo del delitto.
qualche tempo fa ho riscoperto il punto qui sotto:












da bambina ho fatto lì un saggio di danza classica (ebbene sì, ho un passato da ballerina) e mi ricordo l'attesa per entrare, già con lo chignon in testa, proprio davanti a quella porta.

devo assolutamente ritrovare le foto di quel saggio

venerdì 13 agosto 2010

tenerume

sull'autobus, davanti al vittoriano:

"che bello! guarda mamma! cos'è quello?"
"piazza venezia tesoro"
"mamma, mi ci porti? andiamo a venezia?"

martedì 10 agosto 2010

riflessioni

per la serie: quando ti riconosci in una frase in un libro.

"talvolta pensavo che mi sarebbe piaciuto incontrare una persona che mi piacesse come mi erano piaciute loro, ma mi rendevo conto che non era un'ipotesi realistica. il pensiero mi metteva un po' di tristezza, ma anche questa era sopportabile, di regola. e quando, a volte, quella tristezza aumentava, e sconfinava pericolosamente nell'autocommiserazione, mi dicevo che non potevo lamentarmi. avevo il lavoro, lo sport, qualche viaggio da solo, qualche uscita, ogni tanto, con amici cortesi e distanti. e poi i libri, naturalmente. mancava qualcosa, certo. ma io ero uno che da piccolo restava molto impressionato, quando gli dicevano di pensare ai bambini dell'africa che muoiono di fame."

gianrico carofiglio - le perfezioni provvisorie

venerdì 6 agosto 2010

maremma

vado per un weekend in maremma.
chissà come sarà. non ho potuto fare a meno di pensare a questa canzone. speriamo che non sia di cattivo auspicio!

(ps. io l'ho vista nada in concerto che la cantava. era bellissimo.)


se il link di sopra non funziona, provate a cliccare qui:
http://www.youtube.com/watch?v=JVu_rXDc1j8&feature=related

giovedì 5 agosto 2010

minis

sono migliaia (quarantamila per l'esattezza).
sono ovunque.
girano in branco per la città.
a differenza dei loro cugini papaboys, sono silenziosi e non suonano la chitarra. almeno non in pubblico.
però, come quasiasi altro membro della loro specie (adolescente teutonico), sono ingombranti e poco consapevoli della presenza di altri esseri intorno a loro. soprattutto, hanno una consapevolezza pari a zero del fatto che gli esseri umani e gli oggetti occupano spazio e non si spostano da soli per evitre l'impatto. quindi che, se urtati, cadono o si incazzano.

sono i minis o ministranten e poi sarebbero i chierichetti tedeschi.
hanno invaso roma per un incontro con il papa che ha interrotto le sue vacanze per venire a roma e riceverli in udienza. (santità, ma che bisogno c'era?)

sabato se ne andranno. dicono.
e se invece restassero e prendessero possesso della città?

domenica 1 agosto 2010

oroscopo

il mio oroscopo stamattina diceva:

"per liberarvi dallo stress, oggi dedicatevi al vostro hobby preferito".

quindi oggi mangio, leggo, dormo, guardo la tv.

creativa, eh?

sabato 31 luglio 2010

testardo

(non la conoscevo, poi l'ho sentita. descrive me, almeno un po'. e l'altro po' vorrei che lo facesse).

io so' testardo
c'ho la capoccia dura
e per natura non abbasso mai lo sguardo
è un'esigenza
perché c'ho 'na pazienza da leopardo
e so' testardo
e non mi ferma gnente
vado sempre avanti fino al mio traguardo
indifferente
e non m'importa gnente se ritardo

io so' de legno
e sembro muto e sordo
ma le tue parole, sta' tranquillo
che me le ricordo
e qualche volta me le segno

io so' de coccio
quello che dico faccio
io so' uno che, comunque vada
le promesse le mantiene
che poi nemmeno me conviene
molto

perché so' un muro
e pure se t'ascolto fondamentalmente
so' sicuro
che la tua vita è appesa a un filo
e io c'ho le forbici

però
se ancora un po' mi piaci
la colpa e dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua

io so' de chirico
dico in senso simbolico
c'ho un controllo diabolico
quasi artistico
del mio stato psicofisico
e se hai capito, mo' traducilo

e so' tenace
perché alla gente piace
ma è evidente che con un coltello
mi puoi fa' cambia' opinione
aho, so' testardo
ma mica so' cojone

io so' de marmo
ma tu m'hai sbriciolato
perché so' testardo fino al punto
che so' sempre innamorato
pure se tu m'hai già scordato
- (e infatti l'hanno vista...)
- m'hanno informato!

però
se ancora un po' mi piaci
la colpa è dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua

per ascoltarla, vai qui:
http://www.youtube.com/watch?v=aHvdo7BRoV8