giovedì 20 maggio 2010

anche con i sassi

(ovvero, differenze di latitudine)

scena 1: amsterdam, coda con il numeretto in farmacia.
tutti addossati al muro, ognuno si fa i fatti suoi. tutti quelli sotto i 60 anni con le cuffie nelle orecchie. qualcuno ogni tanto si guarda intorno. tutto tace se non quando chiamano il numero, allora qualcuno dice "ja". qualcun'altro non dice niente. io sorrido a tutti quelli che arrivano. loro in genere distolgono lo sguardo.

scena 2: roma, attesa per le analisi del sangue.
nessuno tace, il bambino in passeggino chiacchera da solo a volume altissimo. non c'è il numeretto e tutti si scambiano opinioni e impressioni su qualsiasi cosa. ogni tanto chiamano un nome e allora, per un secondo, tutto tace.


la sottoscritta è stata presente ad entrambe le scene.
il tempo di attesa è stato più o meno lo stesso.

io e la mamma brasiliana del bambino chiaccherone abbiamo fatto conversazione e poi ci siamo salutate affettuosamente ognuna delle ottomila volte che ci siamo incontrate di nuovo in giro per il quartiere nel corso della mattinata.

io ci provo, a parlare anche con i sassi. ma devo dire che la latitudine è un fattore determinante nella riuscita del mio intento!

martedì 18 maggio 2010

contro il logorio della vita moderna

datemi un cynar!
(vi ricordate la pubblicità con ernesto calindri seduto in mezzo al traffico?)

tra sabato e lunedì:
sono andata a lavorare, poi ho visto le amiche, poi ho cenato con i miei genitori (che buoni, i fritti della mamma), poi i genitori sono rimasti a dormire. sono andata a lavorare, ho pensato di aver rotto la macchina, poi per fortuna no, poi ho pranzato con i genitori, sono andata a teatro a vedere ballerini uomini bellissimi e seminudi (peccato, solo semi), poi a dormire da ale. sono andata a lavorare, poi a pranzo, poi ho portato i vestiti a rammendare, ho di nuovo pensato di aver rotto la macchina, sono andata da un meccanico che mi ha chiesto una cifra superiore al valore della suddetta, ho ritirato i vestiti rammendati, recuperati mio fratello e mio padre, consultato un altro meccanico che ha detto "la macchina è rotta, sì, ma te la puoi anche tenere così", mollato il fratello, recuperato la madre, mollato entrambi i genitori. alla fine sono tornata a casa.
tutto ciò attraversando roma in lungo e in largo, quasi sempre sotto la pioggia.

per fortuna oggi c'è il sole!

venerdì 14 maggio 2010

la donna dei numeri

io ho una mania (una delle tante). ce l'ho da quando ero bambina e ho scoperto che ce l'ha anche mia madre:
conto sempre tutto.
ogni volta che mi imbatto in qualcosa che sia contabile, io lo conto.
conto gli scalini di ogni scala che salgo e che scendo, piano per piano e complessivamente.
conto le albicocche o le fragole quando le lavo.
conto i fagiolini quando li pulisco (i piselli ancora no, ma forse perché li compro surgelati).
conto i disegni su una mattonella, le macchine in fila davanti a me, i turisti nel mio gruppo (ossessivamente e ripetutamente), le scatolette di cibo per gatti, eccetera eccetera.

a mia discolpa (cioè per provare che non sono completamente matta) posso dire che appena smetto la conta mi dimentico la cifra raggiunta (quindi posso contare mille volte la stessa cosa) e che non conto per sapere, ma solo per contare (oddio, forse detta così è anche peggio!).

ieri ale mi ha detto che hanno scritto un libro su una donna che conta tutto.
a saperlo, che era una cosa interessante, mi scrivevo una autobiografia o mi facevo invitare al costanzo show quando c'era ancora.

mercoledì 12 maggio 2010

gioie e dolori

in questa nuova fase della mia vita sono ricaduta in un mio vecchio vizio: fare la guida turistica.

devo dire che era da tanto tempo che non me la godevo così (a parte il mal di piedi) ... (ri)vedo posti stupendi e cose meravigliose e incontro gente simpatica.

c'è sempre da fare i conti, però, con le improbabilissime domande dei turisti (in genere americani, comunque con una visione tutta loro della realtà e, soprattutto, della storia). in questi ultimi giorni, mi hanno chiesto:

"ma gli antichi romani, che lingua parlavano? spagnolo?"

ed anche:

"ma perché le persone ritratte nelle statue sono sempre nude? gli antichi non si vestivano?"

chr fai in questi casi? io, sempre e comunque, rispondo. (e cerco di affrontare il concetto non proprio semplice di "nudità eroica" in inglese, con un vecchietto indiano, dentro la cappella sistina)

lunedì 10 maggio 2010

isolamento

ho deciso di cambiare operatore telefonico. ho deciso di tenermi il mio numero. pensavo fosse semplice e invece... da stamattina sono completamente isolata. la vecchia sim non è più attiva e quella nuova non ancora.

sono sola a casa, in una bella casa grande in mezzo alla campagna, che tutti mi dicono "che bello, io mi trasferirei qui" ma io non vedo l'ora di tornarmene nel mio appartamentino all'interno dell'anello ferroviario; sola a casa e senza telefono.

e poi piove. e quando piove io mi sento soffocare e mi viene la malinconia.
mi sta venendo un attacco di tristezza...

mi sa che vado a farmi un giro.

domenica 9 maggio 2010

anche se

anche se lo sai che non avresti proprio niente di cui lamentarti.
anche se lo sai che, anche intorno a te, c'è chi se la passa molto peggio.
anche se sei stata tu a volere la bicicletta e ora ti tocca pedalare.
anche se hai compiuto gli anni.
anche se la tua vita non è proprio come l'avevi sempre pensata.
anche se tutto questo e molto di più,
a volte proprio non ce la fai e vorresti rintanarti in un cantuccio del divano con una coperta e non alzarti più.
aspetti che passi perchè lo sai che alla fine, prima o poi, passa.