sabato 24 aprile 2010

rughetta, nettare degli dei

durante le nostre vacanze insieme (e suppongo anche durante le altre), arrivate al terzo o quarto giorno di gozzoviglia e alimentazione incontrollata, la mia amica manu (il cui nome scomparirà da questo post se lei non gradisce, basta che me lo faccia sapere) anelava ad un pasto a base di insalata o, goduria massima, verdure lesse.
io questa cosa non la capivo. e dicevo: ma come, siamo in vacanza e tu ti vuoi punire e sacrificare con della insipida ed insulsa verdura?

quando mi sono trasferita ad amsterdam, ho incontrato moltissimi immigrati italiani che dicevano di rimpiangere della madre patria solamente il cibo più semplice: i pomodori, la mozzarella, eccetera.
intanto io impazzivo per la grassissima cucina locale e d'importazione (che segue la filosofia del perché lessare o grigliare qualcosa se lo puoi ricoprire di pastella e friggere?)

nei miei ultimi mesi di permanenza nelle fredde terre del nord, ho cominciato a desiderare dei pomodori che sapessero di pomodoro (perché non c'è niente di più buono per accompagnare i bastoncini di pesce fritti).

in queste ultime settimane, quelle seguenti al mio rientro, mi sono improvvisamente trasformata e lo spirito di manu si è impadronito del mio corpo. desidero (e stupisco me stessa) mangiare insalata, verdure lesse (vabbè, magari con un po'di maionese) e soprattutto bresaola e rughetta, condite con il succo di limone.

tantissimi anni fa qualcuno mi disse che le patate lesse erano così buone da essere la prova dell'esistenza di dio. verissimo. ma anche la rughetta non scherza.

1 commento:

  1. eeheeheheheheh, ed io continuo a ridere, leggendo questo divertentissimo blog! tnks cate

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