lunedì 28 febbraio 2011

pinguini

sabato sera sono andata al cinema con ale a vedere ilcignonero.

alla cassa troviamo il cartello "sala non riscaldata".

chiediamo lumi alla signora impellicciata (e questo avrebbe dovuto farci quantomeno interrogare) che ci rassicura "eh, non c'è il riscaldamento... ma se vi tenete il cappotto...."

perché non abbiamo cambiato cinema, ancora non me lo spiego. comunque, imperterrite siamo entrate e ci siamo sedute nell'immensa sala dell'unico cinema romano ancora non trasformato in multisala, praticamente da sole, in mezzo ai pinguini.

pian piano qualche altro temerario si è aggiunto a noi. ma nonostante fossimo seduti tutti vicini vicini, il calore umano non ci ha aiutato.

non mi era mai capitato di guardare un film intero indossando cappotto, cappello, sciarpa e guanti e di dovermi muovere sulla sedia per cercare di non congelarmi i piedi.

quando all'intervallo è arrivato il tipo con le bibite e i gelati ho pensato che fosse uno scherzo.

che poi, se non avessi avuto freddo, magari il film mi sarebbe anche piaciuto.

sabato 26 febbraio 2011

ehi tu, c'ero prima io

ebbene sì, devo ammetterlo.

io ho sempre sognato di sposare il principe william.
anche se potrei essere sua madre (o poco ci manca) e anche se perde i capelli.
però io volevo diventare principessa e lui è così carino....

quindi, cara kate, guarda che c'ero prima io!

oggi ho letto su yahoo notizie che riceveranno in dono per le nozze anche una mandria di mucche.

all'improvviso non sono più così sicura dei miei intenti matrimoniali...

lunedì 21 febbraio 2011

sushi

lunedì scorso, san valentino.

al termine di una giornata lunga e faticosa, la sottoscritta decide di premiarsi con una cena goduriosa. però di non ammazzarsi di calorie o di grassi insaturi (o sono quelli saturi che fanno male?, vabbè, ci siamo capiti) e quindi opta per il sushi.
poiché di cenare fuori da soli non se ne parla (lo so, è un mio tabù che prima o poi supererò) e che per di più è san valentino - e visto che per puro caso si trova già per strada ed automunita - pensa bene di rivolgersi al suo sushi take away preferito: sceglie il punto vendita più comodo da raggiungere dove però non ordini al momento ma ti compri le scatolette già preparate.

quando la nostra eroina entra nel negozio, ci sono solo una commessa gentile e un donnone impellicciato che si rivela essere la proprietaria.
l'enorme banco espositivo delle scatole e scatolette di varie dimensioni è desolatamente vuoto, fatta eccezione per un'enorme vassoio rotondo del diametro di almeno 35 centimetri, ricolmo di bontà, al prezzo esorbitante di 37,00 euri.
"non posso prenderlo" pensa lei "se mangio tutta quella roba mi sento male. e poi costa troppo, è immorale spendere così tanto per delle palline di riso".
mentre l'eroina tentenna, il donnone si avvicina:
"la posso aiutare?" dice
"cercavo una confezione più piccola..."
"eh, c'è rimasta solo quella... ma quella per due persone va bene!" e fa un sorrisetto.

eh no cara mia. è inutile che mi fai il sorrisetto di scherno perché sono entrata da sola qui dentro alle nove di sera a san valentino. non mi porterai mai ad ammettere che sono single e in cerca di comfort food.

"beh, ma per noi (io e il mio fidanzato immaginario) è comunque troppo" risponde pronta e spavalda la protagonista.
"beh senta, solo perché sto per chiudere, se vuole glielo do a 25 euri"
non aveva neanche finito di dire "euri" che la risposta è stata "ok. aggiudicato"

in macchina, di nuovo i dubbi e le perplessità:
"tutta questa bontà andrà sprecata, mi toccherà buttare il cibo che è peccato gravissimo, povera me, povera me."

una volta a casa, il tempo di apparecchiare il vassoio, la salsa di soia, le bacchette, di accendere la televisione, di cominciare a mangiare e - miracolosamente - il vassoio era vuoto.

l'enorme quantità di cibo è stata spazzolata in meno di venti minuti.

senza sensi di colpa e senza intossicazioni da pesce crudo. e, in fondo, senza neanche troppe calorie.

martedì 15 febbraio 2011

purtroppo (questo è un post triste. potete anche non leggerlo)

purtroppo oggi il gatto puzzola è andato nel paradiso dei gatti.

per un motivo o per un altro, il cerchio intorno a lei sembrava chiudersi perfettamente: all'ospedale dei gatti c'era di nuovo la dottoressa con gli occhi tristi (che avrebbe dovuto cambiare città e invece - mi ha detto - non è più partita, chissà perché); c'era il dottor menageatruà (ricomparso anche lui) che è sempre cattivissimo ma in fondo è buono, ed è stato super buono, bravo e comprensivo; e c'erano anche il dottore ipnotizzatore e la dottoressa bionda e carina (che poi non è più bionda).

ad agosto puzzola era miracolosamente guarita e fino alla settimana scorsa era rimasta più o meno perfettamente in salute.
ma ci avevano avvertito che prima o poi ci sarebbe stato bisogno di un secondo miracolo e che invece i miracoli raramente si ripetono.
e infatti purtroppo questa volta il miracolo non si è compiuto.

divertiti puzzoletta nel cielo dei gatti.
mi manchi

martedì 8 febbraio 2011

chiamatemi cunctator

dal mio manuale di storia romana all'università: "nel 217 annibale avanzò in etruria [...] il senato decise di ricorrere alla dittatura [...] la scelta cadde su fabio massimo [...] fabio, con una tattica abile e prudente [...] che gli valse il soprannome di cunctator (cioè temporeggiatore, ma, alla lettera, esitante) riuscì a evitare lo scontro frontale che annibale cercava" (f. cassola, storia di roma dalle origini a cesare, roma 1985)

secondo wikipedia invece: "a seguito della sconfitta romana nella battaglia del lago trasimeno, viene eletto dittatore; durante il suo mandato seguì annibale, puntando al suo logoramento mediante una tattica militare di guerriglia che cercava di stremarne le forze, e che gli procurò l'appellativo di temporeggiatore"

insomma: quinto fabio massimo (verrucoso aggiunge wikipedia) era un generale romano passato alla storia per la sua abilità nel temporeggiare.

ecco. io sono maestra in quest'arte, al punto che lui al confronto sparisce. altro che annibale, io potrei sconfiggere qualsiasi nemico... lo prenderei per sfinimento.
la mia tattica militare non prevede però la guerriglia, ma solo il procrastinare: rimandare qualsiasi cosa il più a lungo possibile.

a riprova della mia capacità allego i seguenti fatti:
- a novembre coinquilinac in visita mi ha regalato dei bulbi. quando ho aperto la bustina per piantarli, la settimana scorsa, uno non solo aveva già germogliato, era già fiorito.
- a dicembre sotto la neve romana (il nostro quarto d'ora di celebrità annuale non ce lo leva nessuno) si è rotto il tacco dei miei stivali nuovi. li ho fatti aggiustare oggi
- a natale, lottando con le decorazioni natalizie, ho provocato il crollo di un quadro 120x70 (cioè non proprio piccolo) che è rimasto giacente sul pavimento del mio salotto (grande più o meno quanto il quadro) fino a ieri mattina.

ritengo quindi di meritare il titolo di prisciinwonderland maxima cunctatora

ave

mercoledì 2 febbraio 2011

settimana bianca

sono andata a sciare con gli amichetti olandesi (che poi olandesi non sono, tranne uno) e la mia confusione linguistica è andata alle stelle.

innanzitutto mi hanno confuso perché mi hanno fatto volare in svizzera per andare a sciare in francia. arrivata lì ho scoperto di essere ad un tiro di schioppo dall'italia ma soprattutto mi trovavo all'interno della più grande colonia sciistica inglese sulle alpi.
avete presente sciarmelsceic che si trova fisicamente in egitto ma dove tutti parlano italiano?
uguale però con la neve e tutti parlavano inglese.
però eravamo pur sempre in francia quindi tutti i nomi dei posti e delle cose erano pur sempre in francese.

a seguito di tutto ciò:

- ho scoperto che skilift si dice bottomlift (che non vuol dire solleva sedere, però...)
- ho scoperto che i più diversi tipi di funivia-ovovia-cabinovia possono essere chiamati bubbles cioè bolle (ma quando lo dicevo io era sempre sbagliato)
- ho passato un'intero viaggio in seggiovia a sentir parlare di un nemico (an enemy) senza capire il contesto, per poi scoprire che si trattava di una pista dall'innocente nome di anemoni (in francese anémones).
- ho passato giorni a sentir parlare di lemon ware (che a mio parere era un tipo di vasellame e non riuscivo a capire a che proposito ne parlassero) per poi scoprire che era un inventivo modo di pronunciare una amena località chiamata les menuires.
- sono andata a cena al ristorante tiger cioè tigre e mi immaginavo una cosa un po' orientale che so magari con cucina indiana e invece trattavasi di una baita di montagna chiamata taiga.

ma soprattutto:
l'ultimo giorno, nell'ultima funivia, si discorreva di come procurarsi qualcosa da mangiare prima della partenza e se fosse il caso di chiedere a qualcuno dei non sciatori di comprarci dei panini.
poi coinquilina c ha detto "oppure potremmo prenderli noi da marcel"
quando io ho chiesto innocente "ma chi è marcel?"
hanno riso tutti a crepapelle.
coinquilina c aveva detto "we could go get them ourselves" (potremmo andare a comprarceli da soli)
e io avevo capito invece "we could go get them at marcel's"

ma se parlano strano, che è colpa mia?