giovedì 29 aprile 2010

lunedì 26 aprile 2010

agorà

sabato sera ho visto agorà. che non mi è piaciuto (alejandro caro, questa non l'hai proprio azzeccata). ma non mi metterò a discernere sui perché e sui percome questo film non sia riuscito anche perché io di cinema non ne capisco niente.

però questo film comunque serve.

perché, a ben guardare, solleva tantissimi problemi etici, storici, religiosi eccetera.

perché, a ben guardare, parla delle guerre di religione, della condizione delle donne, della paura del diverso e della dittatura.

perché, sempre a ben guardare, denuncia i pericoli dell'intolleranza religiosa e lo fa parlando dei cristiani. e dovremmo tutti quanti, noi europei dell'ovest, farci un po'di conti ed un esame di coscienza;

peccato che ipazia, grande matematica e astronoma "martire della libertà di pensiero" (wikipedia) e femminista ante-litteram, sia presentata come una donna un po'autistica, sicuramente geniale, ma fuori dalla realtà. che non sa vedere quello che accade intorno a sé.

peccato, poteva essere un film geniale. e invece è una via di mezzo tra il gladiatore e lo sceneggiato roma.

sabato 24 aprile 2010

rughetta, nettare degli dei

durante le nostre vacanze insieme (e suppongo anche durante le altre), arrivate al terzo o quarto giorno di gozzoviglia e alimentazione incontrollata, la mia amica manu (il cui nome scomparirà da questo post se lei non gradisce, basta che me lo faccia sapere) anelava ad un pasto a base di insalata o, goduria massima, verdure lesse.
io questa cosa non la capivo. e dicevo: ma come, siamo in vacanza e tu ti vuoi punire e sacrificare con della insipida ed insulsa verdura?

quando mi sono trasferita ad amsterdam, ho incontrato moltissimi immigrati italiani che dicevano di rimpiangere della madre patria solamente il cibo più semplice: i pomodori, la mozzarella, eccetera.
intanto io impazzivo per la grassissima cucina locale e d'importazione (che segue la filosofia del perché lessare o grigliare qualcosa se lo puoi ricoprire di pastella e friggere?)

nei miei ultimi mesi di permanenza nelle fredde terre del nord, ho cominciato a desiderare dei pomodori che sapessero di pomodoro (perché non c'è niente di più buono per accompagnare i bastoncini di pesce fritti).

in queste ultime settimane, quelle seguenti al mio rientro, mi sono improvvisamente trasformata e lo spirito di manu si è impadronito del mio corpo. desidero (e stupisco me stessa) mangiare insalata, verdure lesse (vabbè, magari con un po'di maionese) e soprattutto bresaola e rughetta, condite con il succo di limone.

tantissimi anni fa qualcuno mi disse che le patate lesse erano così buone da essere la prova dell'esistenza di dio. verissimo. ma anche la rughetta non scherza.

giovedì 22 aprile 2010

sarà il formaggio. o forse le melanzane

secondo gli abitanti della gran bretagna e dell'irlanda, mangiare formaggio la sera fa fare brutti sogni. secondo ale, invece, sono le melanzane a rivelarsi allucinogene se ingerite prima di coricarsi.

sicuramente, nelle ultime settimane, devo averne mangiato in quantità industriali senza accorgermene perché sto facendo dei sogni assurdi.

prima coinquilinac era a capo di una banda di malviventi a cui avevo sottratto del denaro e che volevano farmi la pelle; poi vivevo in una città tra le montagne e la nebbia, con un'architettura un po' da signore degli anelli, in cui si parlava italiano ma non era in italia, e dove c'erano anche k e una pazza che voleva far saltare in aria il mondo e solo io potevo dissuaderla dal suo intento criminoso.

come se non bastasse, ho poi sognato di essere incinta (ma per intervento divino o comunque soprannaturale) e di essermene dimenticata, finché un giorno non mi sono detta: non sono grassa, sono incinta, devo ricordarmene!

dulcis in fundo -ieri notte- ero invece ad amsterdam, in un locale con degli amici, per festeggiare la mia ultima sera prima della partenza. un tizio mai visto era perdutamente innamorato di me e mi faceva una corte serrata, ma io non avevo occhi che per un altro, realmente esistente ma la cui identità è segreta.
ad un certo punto gli sfioravo la mano, lui capiva le mie emozioni e d'improvviso ricambiava. a quel punto dovevamo lasciare la festa senza che nessuno capisse e soprattutto liberarci dello spasimante sconosciuto (al quale io, senza pietà, dicevo: senti, non è aria, e poi è l'ultima sera, fattene una ragione). il sogno è finito durante i tentativi di lasciare la festa senza essere scoperti, un po'con l'ansia di perdermi la nuova conquista.

stasera, minestrina. e speriamo bene!

martedì 20 aprile 2010

ce l'abbiamo fatta

negli ultimi mesi, non contemporaneamente ma insieme come in tutto quello che fanno, i miei genitori hanno compiuto settant'anni.

il regalo di compleanno più gradito (nonché unico) da parte della loro prole è stato un viaggetto a praga.

dopo aver comprato il biglietto aereo, però, io mi sono distratta.
e stavo per dimenticare di prenotare l'albergo.
poi l'orario del volo è cambiato.
poi, quando sarebbe stato troppo tardi per correre ai ripari, c'è stato il dubbio amletico e feroce: "basterà la carta d'identità o c'è bisogno del passaporto che non abbiamo perché scaduto?" per fortuna bastava.

poi, quando pensavamo di aver organizzato tutto, ci si è messo il vulcano islandese. la nube di cenere che ha paralizzato i cieli d'europa ha rischiato di annullare la partenza.

ma il volo non è stato cancellato, nonostante la nube di cenere e l'invasione di una scolaresca urlante in gita, e l'albergo si è rivelato esistente ed estremamente bello.

il viaggetto a praga è cominciato.

ce l'abbiamo fatta.

domenica 18 aprile 2010

il nano

tutto comincia con una cena luculliana presentata come "non mi sono impegnata, domani sarà molto meglio" (ed era vero), poi un letto a baldacchino condiviso con la mia amica e la sua bambina (bambina che mi ha messo le dita nell'occhio e i piedini nelle reni). la bambina (di due anni) mi chiama "lei", ha un orso di pezza che si chiama lillo e si esprime con frasi sibilline del tipo "io vengo quando vengo"

il giorno dopo, un negozio con la vetrina decorata con scarpe gialle, un dottore simpatico che si perde nei bazar, una passeggiata tra le margherite e gli ulivi, l'inizio della primavera e ancora le tracce della neve, due cani da caccia buoni come il pane (ma non si sa com'è dopo un po' i gatti scompaiono).

alla fine, una domenica di sole e di chiacchere oziose, l'orto preparato per la prossima semina, i parenti in visita, un pranzo squisito e il libro pop-up di peter pan che suona quando lo apri e fa una paura tremenda.

tutto questo in un casale bellissimo, in toscana, a trovare criccri la mamma di lu.

giovedì 15 aprile 2010

c'è da avere paura

qualche sera fa, alla radio, qualcuno ha detto che c'è da avere paura di una donna, perché sta covando dentro di sé qualcosa di grosso, quando:

- cambia taglio o colore ai capelli
- va in palestra
- trova un nuovo lavoro.

io:
- sto cercando/trovando uno o più nuovi lavori
- oggi riflettevo sulla necessità impellente (che provo per la prima volta in vita mia) di iscrivermi in palestra
- domani mi taglio i capelli

meditate gente, meditate!

martedì 13 aprile 2010

metti una sera a cena

la serata comincia con una persona in ritardo (io), un locale vuoto e due amici.
dovevamo prendere un aperitivo, ma l'aperitivo quella sera non c'è.

la serata continua a cena, in una trattoria dove alcuni di noi (io) non sarebbero mai entrati, ma dove invece mangiamo benissimo e incontriamo pure dei vips e una terza amica che si unisce al coro.

la serata si conclude poi lì dove se una (io) va da sola non incontra mai nessuno, ma ogni volta che ci va con qualcuno conosce mezzo mondo.

come diceva forrest gump: la vita è come una scatola di cioccolatini. non sai mai quello che ti capita.

domenica 11 aprile 2010

festa pariola

a volte capita di venire invitati ad una festa. di pensare di non poter andare e non dispiacersene più di tanto. invece poi si può andare e si va. e, a posteriori, si pensa di aver fatto bene.

c'è questa festa, in riva al mare (ma il mare non si vede, si sente solo il profumo). c'è il compleanno di un amico, anzi di due. c'è la cena a base di pesce e il vino bianco. c'è il bar per i cocktail e il dj. ci sono tante coetanee tiratissime che non si possono muovere troppo che gli si rovina la piega, cadono dai tacchi altissimi, e si sposta la minigonna inguinale.

però ci sono tutti gli amici d'infanzia. c'è la musica dei nostri tempi. c'è il momento in cui il festeggiato apre i regali.

e, improvvisamente, abbiamo tutti di nuovo diciotto anni.

venerdì 9 aprile 2010

il due è peggio

estate 1993, sobborghi della periferia romana.

in un caldo pomeriggio di metà luglio la sottoscritta, giovane universitaria sfaticata, e il cuginetto, giovane liceale in vacanza, decidono di passare parte del loro tempo e di cercare un po'di refrigerio nella piscina del circolo sportivo situato nei pressi della casa di campagna.

la piscina è variamente popolata: tra gli altri, da un gruppo di adolescenti della zona.
tra di loro un baldo giovane e una bella ragazzina.

lui comincia un'accurata manovra di accerchiamento nel tentativo di incontrare il favore e le grazie di lei. in parole povere, lui comincia a fare lo splendido vantandosi di imprese più o meno plausibili con il solo ed unico intento di strapparle un appuntamento o un bacio o quel che sia.

ad un certo punto si vanta delle proprie imprese scolastiche:
"sai - le dice - un giorno io, per non farmi interrogare, dovevo riuscire ad uscire dalla classe fingendo di stare male. allora ho rotto una penna rossa e ho rovesciato l'inchiostro su un fazzoletto di carta, così che sembrasse sangue. sono andato dalla professoressa e ho fatto finta che mi uscisse il sangue dal naso".

la fanciulla si mostra impressionata, quindi lui continua.

in un'altra occasione, racconta, si è ferito da solo (o fatto dare un pugno da un compagno, o qualcosa del genere), sempre per evitare un'interrogazione o un compito in classe. lei, molto colpita e con gli occhioni spalancati, gli dice "ma ti eri fatto male davvero?!?"
al che lui, con l'aria da uomo vissuto: "sì - risponde - ho provato il dolore. ma per me il due è peggio del dolore".

purtroppo non abbiamo informazioni sull'esito dell'approccio. a quel punto ridevamo così forte che ci siamo dovuti allontanare perché non capissero che avevamo origliato l'intera conversazione.

giovedì 8 aprile 2010

meno male

La gente non ha voglia di pensare cose - cose negative
la gente vuol godersi in pace le vacanze estive
ci siamo rotti il pacco di sentire che tutto va male
della valanga di brutte notizie al telegiornale
C’è - L’Italia paese di Santi
pochi idraulici e troppe badanti
C’è l’Italia paese della Liberté
Egalité e del Gioca Giuè!
C’è - l’Italia s’è desta ma
dipende dai punti di vista
C’è la crisi mondiale che avanza
e i terremotati ancora in vacanza

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è
io rido… io rido…
ambarabàciccicoccò soldi e coca sul comò

C’è l’Italia dei video ricatti
c’è la nonna coi seni rifatti
e vissero tutti felici e contenti
ma disinformati sui fatti
Osama è ancora latitante
l’ho visto ieri al ristorante!
Lo so che voi non mi credete
se sbaglio mi corigerete

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è
io rido... io rido...

La verità è come il vetro
che è trasparente se non è appannato
per nascondere quello che c’è dietro
basta aprire bocca e dargli fiato!
Carla Bruni... Carla Bruni...

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è

Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
E sbatte la testa contro il muro
Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
noi ce la prendiamo...

http://www.youtube.com/watch?v=owzmxzUY9Pg

mercoledì 7 aprile 2010

perversioni

tra le mie (innumerevoli) perversioni alimentari c'è anche quella per gli alimenti crudi.

non che io ami smodatamente verdure, frutta, tuberi o carpacci, per carità. sarebbe troppo salutare. (non che li disdegni, d'altro canto...)

quello per cui perdo la testa è, invece, l'alimento pre-cottura.
adoro mangiare l'impasto per le polpette, quello per i biscotti, tutti i sughi, le salse e i condimenti, i tortellini freschi, la pasta frolla e quella sfoglia.

ieri ho comprato un rotolo di pasta sfoglia pronta, con il pio intento di fare una torta rustica con gli avanzi del pranzo di pasquetta. oggi, nel frigo, ne è rimasto meno di metà, ma gli avanzi sono ancora tutti lì.

lunedì 5 aprile 2010

nazional popolare

che io abbia una passione smodata e assolutamente insana per tutto quello che è pop nel senso di popolare cioè per il popolo cioè che incontra i gusti delle masse e quindi invece di conseguenza la disapprovazione degli intellettuali, è cosa nota.

che i miei gusti musicali e televisivi raggiungano vette di trash inaudito, stupisce a volte anche me.

non stupirà però, dopo queste premesse, la gioia derivatami dall'avere di nuovo dopo tanto tempo accesso alla televisione italiana nella sua pluralità (?) e nella sua interezza. in questi ultimi giorni sono stata irretita dai canali rai. facendo zapping, non sono mai riuscita ad arrivare nemmeno a mediaset. c'erano troppe imperdibili perle.

adesso posso senza dubbio affermare che, dopo il festival di sanremo e un posto al sole, non si può vivere senza tutti pazzi per amore (anche il 2), l'eredità e il duetto tiziano ferro laura pausini stasera su rai2

giovedì 1 aprile 2010

casa nuova, vita nuova

ho provato l'ebbrezza di "lasciare la macchina per il mezzo pubblico" ed ho scoperto che, se si possiede una tessera dell'autobus, il parcheggio di scambio alla fermata della metro è gratuito. e inserire la tessera nella macchinetta uscendo senza pagare dà una grandissima soddisfazione.

il gatto puzzola è stordita dalla grandezza della (temporanea) casa nuova e ogni tanto si perde nelle sue esplorazioni fino a che non torna e crolla esausta e ronfante sulle mie ginocchia.

ho rinnovato la patente in dieci minuti con una dottoressa molto gentile ed un'impiegata molto efficiente. sul modulo che mi hanno dato c'è scritto di contattarli se non dovessi ricevere il bollino adesivo da apporre sul documento entro quaranta giorni. mi hanno detto: non chiami se non dopo almeno quattro mesi.

ho mangiato polpette, tortellini, pizza bianca, supplì, gnocchi, carciofi e tiramisù e ho visto un posto al sole.

ho fatto quattro chiacchere con amicalu e adesso più o meno so cos'è successo e a chi in questi mesi.

non male per le prime quarantotto ore di vita romana.