giovedì 28 gennaio 2010

la perla del mediterraneo

all'arrivo, la prima cosa che vedi è il quartiere ebraico. se poi arrivi di venerdì all'uscita delle scuole, ti ritrovi circondata da famigliole ortodosse con tantissimi bambini. tutti rigorosamente vestiti di nero, le donne a volte di blu. tutti gli appartenenti al sesso maschile, adulti e bambini, con i riccioli lunghi sulle orecchie. poi ti allontani verso il centro e non li vedi più, però non vedi neanche le ragazze velate che sei abituata ad incontrare e che ti aspettavi di vedere anche qui.

la mattina dopo, seguendo i suggerimenti del sito internet che hai consultato prima di partire, vai al mercato che dicono molto bello. lungo il perimetro della piazza ci sono le bancarelle di vestiti, niente di più e niente di meno che al mercato sotto casa. quasi quasi sei un po' delusa. poi però ti dirigi verso il centro dove, su banchi disposti in file ordinate, c'è una grande profusione di spezie, frutta esotica, pani, dolci, formaggi: tutto colorato, fragrante e profumato. ogni banco ha il suo piattino di assaggi per provare la merce e saggiarne la qualità. c'è anche chi fa il tè alla menta nelle teiere d'argento, lo vende nei bicchierini di vetro dipinto e ha messo dei tavolini traballanti al sole per permettere ai clienti di berselo in pace.

tutto questo in marocco, grecia, israele, egitto?

no. tutto questo ad anversa, un pezzo di mediterraneo in pieno belgio, per un weekend con le amiche, qualche mese fa.

(ad anversa, per non farsi mancare niente, la signora dell'albergo, in risposta ad una richiesta di una cartina della città, ci ha fornito la stupenda mappa "gay anversa" che non si sa mai, può sempre servire).

mercoledì 27 gennaio 2010

paurissima

mi è arrivata una lettera dall'ufficio delle tasse (ma come si dice in italiano corretto? non lo so).
paurissima.
l'ultima volta che mi hanno scritto mi intimavano di completare la dichiarazione dei redditi in meno di una settimana perché non avevo rispettato nessuna scadenza (che non sapevo di avere ma, si sa, la legge non ammette ignoranza).
dopo aver fatto un lavorone che manco l'esame di letteratura greca (che infatti non ho fatto, con grande sconcerto di tutto il mio entourage universitario) oggi, alla vista della busta violetta, ho avuto come un mancamento.
(perché le comunicazioni del belastingdienst arrivano SEMPRE in una busta violetta).

per fortuna volevano solo avere conferma delle mie coordinate bancarie (cioè solo del numero di conto che qui l'iban non sanno neanche cosa sia) NEL CASO IN CUI io abbia diritto ad un rimborso.
una vicina dentro di me chiede insistentemente: se devi pagare di più cosa fanno, si prendono direttamente i soldi dal conto? ma razionalmente so che non è una cosa possibile, vero?
ancora paurissima.

domenica 24 gennaio 2010

cielo alto cielo blu

ieri sera sono uscita con coinquilinac e i (suoi) nostri amici americani.
amicaamericanajdue ci ha portato tutti (prenotando mesi fa e tenendoci puntualmente aggiornati via email, come si usa da queste parti) a cena sul tetto del mondo: il ristorante ciel bleu, duestellemichelin, all'ultimo piano del grattacielo proprio di fronte a casa nostra.
ventitre piani può definirsi grattacielo? non so. però qui l'edificio medio ce ne ha al massimo cinque (e con i soffitti bassi) quindi il suddetto palazzo fa la sua impressione.
ci siamo vestiti tutti eleganti e, sotto la neve, ci siamo arrampicati fino all'ultimo piano, in mezzo alle nuvole. vedevamo le persone piiiiiccole piccole camminare col cappello e con l'ombrello quindi eravamo sicuri che stesse nevicando ma lassù, sopra le luci della cità, i fiocchi non si vedevano.
in una profusione di marmi, velluti e moquette spessa un dito che si sprofondava come quando vai con i tacchi a spillo sul prato, i camerieri in guanti bianchi ci hanno preso le giacche ed accompagnato al tavolo, nella saletta riservata per noi, con le finestre e la vista panoramica.
abbiamo mangiato elegantissime verdure liquide nei bicchierini da grappa, ragù di interiora varie, patè di fegato d'oca, ravioli (un solo raviolo gigante, come si usa da queste parti) con dentro il riso nero e l'aragosta, mini castagnole e prelibatezze varie.
abbiamo bevuto martini con le olive come james bond e vini buonissimi.
quando, dopo cena, siamo scesi di nuovo sulla terra, abbiamo buttato all'aria tutta l'apparenza da persone serie in una battaglia a palle di neve in giacca, cravatta, lustrini e tacchi a spillo.

sabato 23 gennaio 2010

pandapost

quando guardo il tg su euronews, c'è sempre questa pubblicità del panda che trovo molto carina.
(anche se nella foto non si vede il panda)




per guardare il video, clicca qui

giovedì 21 gennaio 2010

frasi 8

Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre. (Isabel Allende)


(questa l'ho rubata a patrizia)

mercoledì 20 gennaio 2010

frasi 7

"se porti via ad un uomo lo stile di vita, gli porti via la vita. se gli porti via la vita, ti porti via anche l'uomo"

da un fantastico gialletto inglese "stabbing in the stable" in realtà maestro di vita.
(la traduzione della citazione dall'inglese è della sottoscritta)

lunedì 18 gennaio 2010

pri:

vabbe' buonanotte va'. meglio che andiamo a dormire.

sfogo

nell'ultimo anno e mezzo ho incontrato alcuni (pochi) uomini single, eterosessuali, dotati di cervello, capaci di far ridere, insomma, interessanti. pur sempre un miglioramento rispetto al nulla assoluto del paio d'anni precedente.
ad oggi suddetti uomini sono tutti, sottolineo TUTTI, impegnati.
io no.
eccheccazzo.

sabato 16 gennaio 2010

pri:
PARTY

tachiflu

oggi ero un po' malata.
un raffreddore incipiente (quando voglio ho un vocabolario forbito e preciso) mi provocava sinusite, mal di testa e "un generale senso di malessere" che non mi permetteva assolutamente di gioire in prospettiva della festa di stasera.
rimpiangevo di non avere a portata di mano il magico actigrip che risolveva tutti i mali ai tempi di capapamela ed engioirom.
per fortuna santa coinquilinac ha tirato fuori per me dal suo scrigno segreto una magica polverina inglese che funziona come il tachifludec cioè si scioglie nell'acqua calda e si beve come se fosse camomilla. ricordate? "un bicchiere d'acqua calda per favore".
(solo che io il tachiflu dec io non l'ho mai preso perché mi sembrava un po' una stronzata).
ho bevuto tutto il bibitone buona buona, anche se titubante. e invece: miracolo! la malattia è scomparsa nel giro di dieci minuti!
e adesso, si va a ballare.
pri:

è stata costretta a buttare un paio di calzini gallo irrimediabilmente consumati. adesso si sente orfana.

venerdì 15 gennaio 2010

un po' così

certe volte è buio e fa freddo e non c'è raggio di sole che tenga.
certe volte qualsiasi pensiero di casa ti fa venire il magone.
certe volte vorresti solo dormire, dormire, dormire.
certe volte la sola cosa che vuoi è non vedere nessuno e non parlare con nessuno.
certe volte neanche mangiare una cosa buona ti tira su di morale.
certe volte va un po' così.
però poi in genere passa.

giovedì 14 gennaio 2010

pri:

probabilmente è malata...vi farà sapere dopo un riposino.

lunedì 11 gennaio 2010

messaggi criptici

l'inverno scorso, quando mi sono trasferita, ha fatto così freddo che i canali si sono ghiacciati per la prima volta dopo oltre dieci anni.

quest'inverno, che io sono ancora qui, nevica da quasi un mese ed era non so quanti decenni che non succedeva.

amsterdam, stai cercando di dirmi qualcosa?

sabato 9 gennaio 2010

pri:

ha una gran voglia di buttare tutti i suoi vestiti e comprarne di nuovi...se solo me lo potessi permettere!

telefilm

in alcuni momenti, la mia vita sembra un telefilm.

verso la metà di novembre amicaamericanaj mi ha invitato alla cena per il giorno del ringraziamento.
il giorno deputato (che però non era il giovedì, che in questo paese senza feste infrasettimanali non è festa - e poi, visto che qui non siamo in america, perché mai avrebbe dovuto esserlo- ma il sabato successivo) sono andata ad aiutarla a cucinare.
ed abbiamo affrontato la bestia.
lui, il signore incontrastato della giornata: il tacchino.
così grande che a malapena entrava nel forno (misero forno europeo di dimensioni normali), va prima lavato nel brodo, poi fatto riposare, poi farcito, imburrato su tutta la superficie (e se no non era grasso e che gusto c'era) e alla fine infornato con un termometro infilato nella coscia.
deve cuocere quattro o cinque ore ma la temperatura interna non deve mai superare gli x gradi altrimenti, sacrilegio, la carne si secca.
uno stress che non vi dico.
prima di essere servito, il tacchino va svuotato del suo ripieno e poi affettato. il ripieno viene servito a parte (e vengono preparati diversi altri papponi, sempre chiamati ripieni, che però non hanno mai riempito niente, con diversi gusti).

e, alla fine, la cena: come nei migliori telefilm c'erano, appunto, il tacchino con i suoi ripieni, le patate dolci in diverse varianti, le mashed potatoes (che guai a chiamarle purè, ma quello sono), la corncream (un pappone di mais e spezie), vaire crostate al rabarbaro e sapori vari, verdure, salse, eccetera eccetera. un'orgia di cibo. innaffiato da litri e litri di alcool.

oltre ad aver avuto la conferma che nei loro film e telefilm gli americani non inventano niente, mi sono goduta in silenzio l'emozione di cenare con la segreta speranza che brenda e dylan arrivassero da un momento all'altro per unirsi a noi.

venerdì 8 gennaio 2010

pri:

vive al freddo e al gelo e non è per niente di buon umore, ma per fortuna ha il pomeriggio libero quindi ora si stende sul divano con un libro giallo e un cioccolatino... ciao!

pri:
GRAZIE A DIO E' VENERDI'

giovedì 7 gennaio 2010

chi fa da sé....

l'amministrazione amsterdamese non sa cosa sia la razionalizzazione delle risorse.
il motto sembra essere: perché far fare una cosa ad una persona quando puoi farla fare a quattro persone contemporaneamente?
forse è per questo che non sanno cosa sia la disoccupazione. forse è per questo anche che non sanno cosa voglia dire lavorare tanto e velocemente. (ovviamente parlo per grandi linee, non me ne vogliano i miei numerosi lettori olandesi).

al supermercato, quando è il momento di rifornire gli scaffali, ci sono sempre tre o quattro ragazzetti per ogni corsia che chiaccherano in mezzo al corridoio, facendo i galletti con le ragazze, occupando tutto lo spazio e non riforniscono gli scaffali. e ti guradano pure infastiditi se per caso vuoi passare proprio lì e magari anche fare la spesa.

ma ieri mattina sul tram ho vissuto l'esperienza mistica del "controllo biglietti" (possibilmente pronunciato alla fantozzi).
premetto che su quasi tutti i tram di questa splendida città ci sono numero 1 autista e numero 1 bigliettaio che controllano che ogni passeggero sia munito di regolare titolo di viaggio.

ma ieri, dicevo, è salito il controllore.
anzi I controllori.

una squadra di 6 persone (due dalla porta anteriore, due da quelle centrali, due da quella posteriore) per controllare i biglietti ai passeggeri (che essendo nordeueopei sono comunque biglietto-muniti). anzi: uno controlla i biglietti mentre gli altri bloccano le porte per impedirtela fuga.
a fine controllo (e neanche una multa) arrivederci e grazie.

post di servizio

solite scuse per non aver scritto niente così a lungo.
solite ragioni inutili, prima tra tutte il non aver avuto il computer per gran parte del tempo.
prometto che sarò più brava. è uno dei buoni propositi per l'anno nuovo che spero di non disattendere.

mercoledì 6 gennaio 2010

PRI:

se avessi saputo tradurre il greco come so fare con l'olandese, avrei preso 60 alla maturità (e mi sarei laureata molto più in fretta). oppure, come direbbe mio padre, il liceo classico mi ha formata e ora posso affrontare qualsiasi difficoltà? (priscilla provata dalla dichiarazione dei redditi olandese)

pri:

buona befana a tutti

martedì 5 gennaio 2010

pri:

riflette sulle affinità tra la dichiarazione dei redditi in olandese e una versione di greco...

venerdì 1 gennaio 2010