giovedì 20 maggio 2010

anche con i sassi

(ovvero, differenze di latitudine)

scena 1: amsterdam, coda con il numeretto in farmacia.
tutti addossati al muro, ognuno si fa i fatti suoi. tutti quelli sotto i 60 anni con le cuffie nelle orecchie. qualcuno ogni tanto si guarda intorno. tutto tace se non quando chiamano il numero, allora qualcuno dice "ja". qualcun'altro non dice niente. io sorrido a tutti quelli che arrivano. loro in genere distolgono lo sguardo.

scena 2: roma, attesa per le analisi del sangue.
nessuno tace, il bambino in passeggino chiacchera da solo a volume altissimo. non c'è il numeretto e tutti si scambiano opinioni e impressioni su qualsiasi cosa. ogni tanto chiamano un nome e allora, per un secondo, tutto tace.


la sottoscritta è stata presente ad entrambe le scene.
il tempo di attesa è stato più o meno lo stesso.

io e la mamma brasiliana del bambino chiaccherone abbiamo fatto conversazione e poi ci siamo salutate affettuosamente ognuna delle ottomila volte che ci siamo incontrate di nuovo in giro per il quartiere nel corso della mattinata.

io ci provo, a parlare anche con i sassi. ma devo dire che la latitudine è un fattore determinante nella riuscita del mio intento!

5 commenti:

  1. hei ma con me i sassi parlavano, peccato che non capissi un accidente di quello che dicevano, ogni volta che sono andata a prendere Lori a scuola c'è stato qualcuno/a che mi ha chiesto qualcosa, ma anche per strada mi è capitato .... forse che mi vedevano bionda e pensavano fossi olandese????

    anche valentina non si capacita/capacitava

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  2. zefirina, hai ragione. devo riconsideare la mia posizione. non è che i sassi non mi parlassero, è che non lo hanno mai fatto dove me lo aspettavo (in una fila) ma sempre e solo quando non me lo aspettavo (in mezzo alla strada per esempio).

    comunque sì, è perché ci credono oriunde che ci parlano...

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  3. dopo aver letto la tua storia posso solo dire... bentornata in Italia!

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  4. La disorganizzazione impera anche oltrealpi... c'e' pero' da dire che Londra, dove abito e' un tantino migliore :)

    Bel blog

    Clelia

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