sabato 14 agosto 2010

proust (o almeno così mi hanno detto)

devo confessare che non ho mai letto proust. e si che ho letto un sacco di cose. devo dire a mia discolpa che ci ho anche provato, a leggere la recherche, ma era troppo noioso.

comunque, ultimamente un sacco di gente dice o scrive di queste madleine e di come certi odori, sapori ecc possono catapultarti indietro nel pieno dell'infanzia.

ovviamente capita anche a me.
potrei citare alcuni odori (lo zampirone, il letame, l'erba bagnata), dovrei concentrarmi un po' per trovare alcuni sapori (ma forse la pizza bianca del fornaio, quella con il sale grosso sopra, che ogni volta che la mangio mi viene una voglia tremenda di succo di frutta alla pesca -che tale era l'abbinamento), ma soprattutto mi succede con i luoghi.

ogni tanto, mi capita di trovarmi in un posto e di precipitare improvvisamente indietro di trent'anni. la cosa mi riempie sempre di entusiasmo e nostalgia.
l'effetto ovviamente è più forte la prima volta (anche perché avviene quasi sempre per caso e quindi è del tutto inaspettato), ma si ripete sempre anche se torno sul luogo del delitto.
qualche tempo fa ho riscoperto il punto qui sotto:












da bambina ho fatto lì un saggio di danza classica (ebbene sì, ho un passato da ballerina) e mi ricordo l'attesa per entrare, già con lo chignon in testa, proprio davanti a quella porta.

devo assolutamente ritrovare le foto di quel saggio

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